RE NUDO - Anno VI - n. 36 - novembre 1975

cos' una rivista. Re Nudo è un modo di pensare e di comportatsi che oggi è di Milano da 1600 copie siamo saliti nel giro di una settimana a. ·6000 copie vendute in edicola. 11 problema adesso è riuscire il più rapidamente possibile a correggere i molti errori soprattutto tecnici del numero scorso. Certo, con le spalle coperte avremmo potuto realizzare alrTiP.no un "numero zero". Come fanno tutti i giornali normali. Ma proprio questo stato di "anormalità" rispetto agli altri giornali, così strettamente legato ad una "anormalità" sociale e culturale, è per tutti noi, collettivo e redazione, motivo di fierezza. : interno a tutta la sinistra: vecchia e nuova. Noi siamo tra quelli che oggì dentro il movimento cercano di cambiare il vecchio dinosauro della sinistra, siam9 quelli che cercano di capire il senso della nostra realtà, senza voler dare la lezione di controcultura. Anche nei contenuti siamo diversi rispetto alla no.rma. Ma non per amore del diverso: siamo convinti che è molto meglio leggere un giornale ben fatto, con illustrazioni curate pur senza perdere per questo nulla dei contenuti rivoluzionari dei giornali di movimento. , Gli esperti del giornalismo ci dicono: nella migliore delle ipotesi farete un bel giornale, che comunque leggeranno solo in pochi. Certo. E' possibile che il giornale non ce la faccia a stabilizzarsi su vendite sufficienti alla sua sopravvivenza con questo tipo di distribuzione, come veicolo alternativo di massa e non più di forzata élite. A differenza della "gente di mestiere" siamo però convinti che un nostro eventuale fallimento sarà dipeso soltanto dàl fatto di non essere riusciti a fare un buoi:i giornale, sufficiente– mente bello e intelligente per le esigenze di quei cinquantamila lettori di cui abbiamo bisogno per sopravviv,ere. Perchè un dato è certo: i 10 mila lettori di Re Nudo del '70 oggi hanno raggiunto, almeno potenzialmente il tetto dei 50 mila. La differenza sta nel fatto che questo 50 mila sono dieci volte più esigenti. Ed è giusto. Così come è giusto dopo cinque anni di vita chiederci qualcosa di pr.ofondamente nuovo - e diverso. In questa 'gara' ci vogliamo ·cimentare per superare noi stessi, per cercare di crearci uno spazio in un settore dove sembra possano sopravvivere soltanto i 'colossi'; dove i lettori, di fronte a mille sollecitazioni quotidiane, devono essere in grado di saper scegliere con consapevolezza cosa leggere, scartando l'inutile, il superfluo, il mistificatorio. SENZA PADRONE Mille le battute velenose, cento le affermazioni che sino alla nausea non sanno che ripetere:· "Ma chi li caccia i soldi?", decine quelli che danno per ·certo i nomi dei nostri presunti padroni. Anche qui manca la fantasia: Gianni Sassi, Francesco Gardella, la CIA e via delirando. Noi and,iamo avanti così realizzando quello che ci è possibile senza particolari frenesie sul possibile settimanale. - Anche qui: mica tanto per moralismo, ma nor:, ci crediamo ai– padroni .che "danno tutte le garanzie". Col contratto "chiavi in mano". O più semplicemente non credi~mo alle promesse dei padroni. O meglio ancora: noi ai padroni non crediamo per niente.– Quindi il sogno di Re Nudo settimanale .è: rimandato, magari tra L'underground come momento esterno alla politica intesa come sociale, non ha più ragione di esistere da un pezzo .. Questo già l'abbiamo scritto e detto altre volte. 11 compito di costruzione e formazione di un progetto di n~ova cultura non può appartenere solo ai gruppi che "di controcultura" si definiscono. In questo progetto si deve fare motore agente tutta quella componente nella sinistra che non si riconosce in quello che Mauro Rostagno nello scorso numero definiva '.'marxismo liofiliz– zato". (Quello dei Vinci e dei Corvisieri, dei Toscano e dei Capanna). I COLLABORATORI E' chiaro che quanto è stato detto sopra sottintende che collaboratori di Re Nudo oggi più che mai sono tutte le componen– ti di movimento che si riconoscono· riella necessità di ribaltare il vecchio modo di fare politica, coscienti che nessuno ancora ha trovato la linea giusta che però molti spunti fondamentali ci sono · venuti da femministe, dal fuori, dai "diversi" della generazione psichedelica: i giovani proletari che nei quartieri oggi, devono combattere l'eroina senza cadere nel canaio anti-droga che.unisce i borghesi e, "rivoluzionari" tardo leninisti. Non crediamo del resto alla funzione delle frazioni, non vogliamo rapporti segreti con compagni interni alle organizzazioni: vogliamo stimolare e amplifi– care il dibattito che deve però sempre essere alla luce del sole. Ci è estranea la menta)ità delle schegge psichedeliché. La lotta per la rivoluzione cufturale è una lotta che oggi più che mai va scatenata su ogni fronte, in ogni organismo, in ogni partito dentro e fuori. Come sul piano politico generale non crediamo che il progetto "dell'autonomia organizzata'" portato avanti dai compagni di ROS– SO, sia sufficiente per definire l'area delle forze realmente rivolu– zionarie, noi sul piano culturale non pensiamo assolutamente che il progetto della rivoluzione culturale che noi e altri portiamo avanti da cinque anni sia più contenibile nella pur vasta area dei collettivi e giornali spontanei. In questo senso come ci ha detto recentemen– te Giairo Daghini di Potere Operaio, "Re Nudo" è ormai dentro ogni gruppo e chi rifiuta di accettare questa realtà sono cazzi suoi, · nel senso che il rifiuto diventa immediatamente quello più gene.aie di rifiuto del femminismo, della libera sessualità, della cultura giovanile, e in ultima analisi della rivoluzione culturale qui da noi".

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