RE NUDO - Anno VI - n. 36 - novembre 1975

TELLI una (Anna) l'ha messa incinta e l'ha piantata, un'altra (Laura) gli portava a letto il caffè (ma allora è una fissazione!) in sot– toveste nera e così via ... Così rientra abbastanza nella norma dire: «Adesso spogliati come sai tare tu» perché evoca un universo di giarrettiere, di postriboli, di avanspettacoli e insieme di night club riservati. Così rientra addirittura nel simpatico che la più squallida coppia della canzone romana canti un'orrida boiata in cui si parla di due stanchi coniugi che invidiano due ragazzini che vanno a scopare «all'ul– timo piano» mentre loro nel letto «invecchiano». Per cui presi da un impeto di giovani– lismo vanno a scopare all'ul– timo piano! (E per di più oltre a ciulare il posto a due poveri ragazzi che non sanno dove tare l'amore, neanche gli cedono il loro letto. Pazzesco!) AGLIO I censori: una ne fanno, cento ne pensano. L'ultima che hanno inventato è questa: se in un 45 giri c'è una can– zone che nella versione 33 è diversa, e non idonea, anche la versione del 45 è automati– camente non idonea. Cioè se per esempio io faccio un LP con dentro una canzone che ad un certo punto dice: «E tac– cio fuori il Papa» dato che così chiaramente non passa in RAI, bisogna che la corregga. Così nel 45 giri dico: «E mando i fiori al Papa»: niente da fare, è bocciata lo stesso. Questa regola è stata applicata anche retroattivamente, così canzoni già approvate dalla commis– sione, che avevano altre ver– sioni in commercio non ido– nee, sono state ribocciate. Una ad esempio (Natali di Umberto Balsamo che era al Disco per l'Estate) è stata improvvisa– mente tolta dalla vetrina di un disco per l'estate dove in teo– ria dovrebbero essere presenti tutte le partecipanti alla pseu– do-gara. Questo fatto, nella sua assurdità può avere magari un risvolto positivo, ne senso che, ac;tun certo punto, uho si deve decidere: al Papa ci gli manda i fiori, o lo fa fuori. Ma le cose dicono che la strada seguita dai compositori e autori, sarà diversa: quella di alludere, di essere sempre più indiretti, di nascondere quello che si vuol dire magari arri– vando a dire il contrario. E ioro, i censori? Nessuno li tocca. Si preferisce dire: la Commissione. Oscuro ente alle soglie dell'inferno radiofo– nico, che col suo vaticinio può provocare l'improvviso ritiro dai negozi di un 45 giri o, vice– versa, il nulla osta per l'inqui– namento di massa. E invece no cazzo: tacciamo an.ctie i no~i. non accettiamo il comodo ruolo dell'anonimato, diciamo chi sono questi «fra– telli di taglio». I «biechi-blu» sono tre: Antonelli, il megadirettore, socialista più censuratore dei tanfaniani; «Come? lo censu– ratore? lo me ne frego. Con tutto il casin0 che c'è alla RAI, mica volete che stia a preoc– cuparmi se censurano un seno. «Amabili socialisti! Sempre pronti alle battaglie «civili», ma nell'intimo delle aziende e dei sottoboschi del Mihistero, altrettanto pronti al filisteismo fatto passare per tattica e prudente attendismo ... Ed eccovi, signore e signori, gli altri due «biechi-blu» (le signore deboli di cuore e di stomaco sono pregate di allontanarsi): Magli e Cravetto, disco e moschetto. I due si sono specializzati: in censura politica il primo e «morale» il secondo. Sotto di loro la ple– tora dei capiservizio e sotto ancora i «servi deformi» quelli che sono lì per far numero e far segno di sì. Una cosa da sfatare è l'Idea che questi signori taglino a caso: giusto per aver qualcosa da bocciare. E no, dietro il taglio c'è tutta una filosofia. E questa filosoflas salta fuori soprattutto sul piano della ses– sualità. La maggioranza di questa gente la sessualità l'ha conosciuta in caserma, nei casini, o nel buio del confes– sionale: quindi per loro non è affatto osceno (nè comico) che sia trasmessa con tutte le autorizzazioni una canzone In cui il protagonista sogna tutte le donne della sua vita e qichiara candidamente che Che cosa non va bene invece ai censori? Non va bene che uno dica: «Faceva dei giochetti da impazzire», perché è chiaro che a letto non è permesso giocare. Magari se De Gregori avesse invece can– tato: «mi infilava degli stiletti da impazzire», sarebbe pasc sato. Non va bene che uno dica: «niente più colpa, niente paura, niente più viltà, sènto il piacere, capisco cos'è la natura ch'è dentro di me», non va bene perché anzitutto la colpa non si può mica elimi-. narla così sui due piedi, poi «sento il piacere,, è addirittura un'offesa al comune senso del pudore, quanto alla «natura che è dentro di me», cosa sarà, cosa nasconderà questa natura dentro? Per poter pas– sare, Donatello (che canta la canzone di cui sopra) avrebbe dovuto dire «niente più polpa, niente peluria, niente più mistrà, sento il pudore, capisco cos'è il censore che è dentro di me». SI narra che un giorno un noto censore, con una povera «biondona» sulle ginocchia e un bicchiere di whisky in mano (dentro uno studio radiofonico) abbia detto ANTONELLI (PSI) Dir. generale Cavallottl (vice) MAGLI re1pon11blle polltlco CRAVETTO re■ponaabile «morale» CENrAMORI LEVI 1e1lone VAillllTA (Yoltd lo Mllllft1trl I CAPISERVIZIO RIGANTI TOMAIIINI DONATI PORCELLI CAPRINI 1ezlone RIVISTA (batto4 Gran Variati 2br■ve pera.) MARCHl!TTI Hzlone «PROGRAMMINI» (buon giorno con) BONOLIS reap. Tecnico 13 ad un cantautore: «Eh no, caro mio, mì stupisco dì lei ... che bisogno c'era ìn quella can– zone di dìre «Elisa nuda». Via! Mi sembra proprio di cattivo gusto! Lei che è sempre così delicato ... Mi scusi adesso che ciò questa troia da badare ...» Altra cosa: il censore si ver– gogna come un ladro di sè. Gira nell'ombra rasente i muri. Quando boccia una cosa fa sempre in modo di tarla sem– brare una decisione inelutta– bile venuta «purtroppo» chissà da I dove. Delle volte boccia tacendo finta di non bocciare, che è il massimo. Per chi non lo sapesse infatti, sono previsti sette gradi {dico sette!) di ido– neità: 1. IDONEO; 2. IDONEO PROGRAMMI PRESENTATI {il che vuol dire che la canzone può andare solo neì programmi dove c'è uno che parla e che quindi «inquadra» la cosa); 3. IDONEO PRESEN– TAZIONE SPECIFICA (vuol dire che il presentatore tutte le volte che la canzone viene trasmessa, deve farci una pre– sentazione esplicativa); 4. IDONEA PREVIA COLLOQUIO CON CAPOSERVIZIO (il che vuol dire che se uno vuol met– tere un certo disco sul piatto deve andare a chiedere l'auto– riziazione al caposervizio cer– candolo nei labirinti dell'azien– da); 5. IDONEO PREVIA COL– LOQUIO DIRETTORE GENE– RALE ( il che vuol dire che il permesso bisogna chiederlo al direttore generale addirittura e per via gerarchica!); 6. NON IDONEO TESTO; 7. NON IDO– NEO PER PROBLEMI TECNICI. In altre parole, si tira il sasso e si nasconde la mano. «Bocciata? MA COME? Ma se è idonea D.G.I» Già e voi lo vedete il lavoratore precario che fa il suo programmino alla RAI senza garanzie di conti– nuità, che si va a cercare il Direttore Generale per pre– garlo di fargli mettere su un disco mezz'ora dopo? «Scusi sa se la disturbo ... signor direttore» «Ma sì figuri, son qui per questo. Sì consideri licen– ziato». VALMARANA HZIOne CULTURALI (Popotf Per voi glov.)

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