RE NUDO - Anno VI - n. 35 - ottobre 1975

e visibili ) e. soprattutto, importante è che i singoli militanti dimostrino una dedizione assoluta. cioè siano altamente produttivi. Logica non troppo dissi lime. in fondo, da quella che muove un Agnelli o un Cefis. Il nostro poverissimo organigramma rivela invece bassa produttività e non regge il confronto. non diciamo con un Fiat o un Montedison. ma perfino con un Pdup o una Avan- guardia Operaia. · Questo rifiuto di darci, subito, ob– biettivi esterni,, e di organizzarci burocraticamente (le due cose sono legate) si radica nella nostra specifica condizione do omoses– suali, e non pù essere liquidato con laoramai vieta accusa di spontanei– smo e soggettivismo piccolo-bor– ghese. Individuato infatti che l'op– pressione da noi vissutaa si struttu– ra al livello livello, difficilmente quantificabile, del nostro personale (nel senso più profondo: è la possi– bilità di realizzarci in quanto perso– na che vienecensurata) è da li, e non sa altro, che dibbiamo partire per lottare. E sarebbe velleitaria una nostra pratica politica immediata– mente esterna. che cioè pretenda di intervenire sul sociale mettendo fra parentesi la dimensione personale. perchè, se è pur vero che siamo compagni e rivoluzionari, e che ci va bene la lotta dura contro i padroni, è altrettanto vero che il nostro ambito di oppressione, quindi di lotta. sono i rapporti interpersonali entro cui ci muoviamo. Per noi la repressione non passa tanto in strutture come fabbrica, il quartiere, la scuola, o.meglio, passa anche h. ma assu– me sempre il volto. molto riconosci– bile e pochissimo astratto, di una persona singola: è magari il compa– gno di lavoro che ti chiama culo e ti fa scherzi pesanti, è il ragazzotto maschilista che alle due di notte ti insegue fin sotto casa agitandoti davanti agli occhi la catena. e cosi via. Vale a dire: è il Padrone che ci opprime, ma un Padrone che si mol– tiplica e riproduce in infiniti padroni e padroncini, e che ritroviamo in ogni momento della nostra vita quo– tidiana. Ce lo lasciamo alle spalle all'uscita dalla fabbrica o dall'ufficio e ce lo troviamo. puntualmente. in tram. in casa. durante le manifesta– zioni da « compagni .. insieme ad al– tri compagni. Chiaro che ad una opressione specifica come la nostra devono corrispondere forme e stru– menti di lotta adeguati. e necessa– riamente diversi da quelli tradizio– nali. In questo senso. il lavoro di autoco– scienza in piccoli gruppi si è dimo– strato molto utile. Autocoscienza si– gnifica parecchie cose: all'inizio. soprattutto. ·Ia scoperta che il tuo star male corrisponde esattamente a quello di tanti altri. Da qui l'emer– gere di una solidarietà fra oppressi .eanche la gioia di parlarsi e di stare insieme senza censure troppo pe– santi. E poi, autocoscienza è altro: la ricomposizione di esperienze di op– pressioni individualmente vissute che diventano. tutte insieme. un ma– teriale vivo da indagare e interpreta– re collettivamente? un lavoro, quin– di, che procede dal particolare al generale per tornare al particolare e che unifica momento individuale e collettivo rendendo anche possibile una presa di coscienza politicache nasca non tanto dall'aderire a sche– mi teorici già dati ma piuttosto dall'analisi del proprio vivere ( o non-vivere). in un intreccio di teoria e rassi senza soluz·one di conti- nuità. L'autocoscienza è per noi uno stru– mento efficace di coscienza e di lot– ta in quanto si situa esattamente al livello della nostra oppressione ( cioè quello del personale). Per que– sto insieme di motivi, rimane tuttora la pratica privilegiata del nostro col– lettivo. Anzi, per parecchio tempo, il collettivo è stato un gruppo di auto– coscienza. Poi.per ragione diverse ( non ultima il fatto che la gente cre– sceva di numero) ci siano divisi in piccoli gruppi di 6-8 persone. Comunque, ci par già di vedere l'im– maginario lettore di cui si parlava all'inizio: rassicurato sul fatto che non esistono solo omosessuali de– diti al bello scrivere. obietterà con forza che ce ne sono sltri dediti all'attività non molto più produttiva del bel parlare. Se da quanto appe– na detto a proposito di autocoscien– za non ha tratto giovamento e se è rimasto insensibile al malizioso ac– costamentoFIAT-Pdup che la no– stra perversa mente di finocchi è stata in grado di partorire. cira si tranquillizzerà: qualche intervento sull'esterno. da parte del Collettivo Autonomo Fuori! di Milano. è pur stato fatto. E procediamo anche qui a svelare l'arcano. Con la precisazione, per. che non ci siamo mai messi nella lo– gica ( questa si perversa) di interve– nire all'esterno per sentirci-pure noi- «normali .. e legittimi rivoluzio– nari come gli altri. E' tanto vero che, in tali occasioni, abbiamo sempre privilegiatola dimensione dei rap– porti personali, lacreatività, il mo– mento espressivo. piuttosto che l'aspetto tradizionale di movimento. Per scendere in dettaglio: siamo stati presenti a: · - una scuola quadri/dibattito sulla sessualità organizzata dai com– pagni di Rosso; - nella manifestazione pro Cile dell'autunno '74 ( insieme a delle compagne femministe e lancian– do slogans tipo: FUORI DALLA NORMA! più altri, anti-Pinochet, naturalmente; -al convegno Sex-Poi indetto da Re Nudo nel novembre '74 (propo– nendo: «autocoscienza per tut– ti!»); - al congresso di Napoli su « Op– pressione e Liberazione Sessua– le .. organizzato dal partito Radi– cale insieme al fuori! di Torino. bo– icottando lo spettacolo conclusi– vo sull'aborto. avvertito, da noi e dalle compagne femministe pre– senti, come episodi di violenza an– tifemminista e antiomosessuali; - al convegno dei gruppi maschili di autocoscienza. a Milano (giugno '75), oltre. ovviamente, alla pre– senza al quinto festival delproleta– riaio giovanile di quest'anno. al parco Lambro. Cosa che ha avuto parecchi strascichi; fra l'altra ne abbiamo discusse condelle donne nell'ambito di un loro convegno all'Umanitaria, qui a Milano (la no– stra e la loro posizione e alcune te– stimonianze individuali sono pre– sentate in altra parte do questo numero). Non abbiamo mai fatto. comunque, azioni esemplari tagliando la corda a missioni politica conclusa. Valga, fra tutti, l'esempio del parco Lambro: c'era da vendere il giornale (usciamo FUORI!) che avevamo stampato per l'occasione. Naturalmente siamo ricorsi allo strumento classico della diffusione militante. pie_gandoloper fino a farlo diven are t,m'occasione di confronto e di scontro con l'esterno. Si andava in giro. infatti.sbracati mica male (al– cuni con vistoso trucco al viso). esi– bendo cioè la.nostra omosessualità fino·a creare reazioni a catena nella gente. E c'era chi scappava. ma an– che chi si fermava a discutere. Poi ci si trovava. noi ma anche molti altri che neppure conoscevamo.alla nostra tenda a parlare o. semplice– mente. solo a star bene insieme. L'esperienza del parco Lambro non è stato certo la rivoluzione o la libe– razione. ma (questo si) un mo111ento importante in cui confluivano l'esterno e l'interno. il «politico .. e il «personale», il pubblico e il privato. Anche il momento più classicamen– te "politico,; ( lamanifestazione da noi organizzata insieme a molte compagne femministe per rispon– dere ai fischi e gli insulti con cui era- no state accolte le compagne di Bo– logna) poco aveva a che fare con le truci manifestazioni alle quali siamo abituati, per richiamare piuttosto l'immagine di un gioco collettivo, di un balletto. di una festa di piazza. Chiudiamo con un caldo invito a tutti i compagni omosessuali che ci leg– gono a prendere contatto con i col– lettivi FUORI!. Per quelli dell'area milanese avver– tiamo che il nostro collettivo si riuni– sce tutti i venerd1 alle ore 21,15 presso la sede del Partito Radicale, in corso di porta Vigentina 15&A.(nota: Esiste un'ampia produ– zione di libri e documenti sull'edu– cazionedel bambino al suo ruolo maschile ·che riteniamo validissima. Vorremmo ~vitare di ripetere qui, con citazidni-fiore all'occhiello, 43 cose già dette. Esistono anche testi possono interessare comunque chi pubblicati sull'argomento in lnghil- voglia approfondire l'argomento. I terra e negli Stati Uniti, difficilmente testi sono riportati nella parte bib– reperibili in Italia in Italia, ma che bliografica). A cura del Collettivo Auton<>r110 FUORI di Milano

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