RE NUDO - Anno VI - n. 32 - 1975

Giovanni Marini :dato che ... 11processo d'appello contro Giovanni Marini comincia il 2 aprile. È accusato, come tutti sanno, di avere ucciso lo stu– dente fascista Carlo Falvella in via Velia, nel centro di Salerno, il 7 luglio 1973 con un coltello. Dal 71 fino alla vigilia del 73 c'erano sta– te a Salerno una cinquantina di aggres– sioni fasciste (riportate nel riquadrato sollo questo articolo). Lo stesso Marini era stato più volte minacciato sia per te– lefono che per strada. Il suo amico, il compagno Mastrogiovanni che si trova– va con lui la sera della morte del Falvella. era stato aggredito già due volte. Gio– vanni indagava da tempo sulle circo– stanze• misteriose» che avevano porta– to compagni anarchici a schiantarsi la notte del 28 settembre 1970, contro un camion guidato da un fascista salernita– no di Ordine Nuovo mentre stavano por– tando a Roma la loro testimonianza sulla strage di stato del '69. Queste indagini di Giovanni non erano gradite ai fascisti che lo avevano già assalito due volte. Ad un certo momento Giovanni sentendosi veramente in pericolo, lasciò Salerno per qualche giorno. Al ritorno scrisse una lettera denunciando le continue provo– cazioni che vel)ne inviala alla stampa con le firme anche del Manifesto e di"Lot– ta Continua. Quella sera del 7 luglio, Gio– vanni era stato già provocato pesante– mente dal Farvella, che incrociandolo, per strada gli aveva dato una spallata che lo aveva fatto girare su se stesso. « Quando incontrammo Mastrogiovanni avevamo già dimenticato l'accaduto - dice Giovanni - nonostante fossi convin– to che il gioco della provocazione a spal– late ed a sghignazzate syl viso e inviti a rissare fossero concordati per attaccare nella mia persona tutto il gruppo anar– chico di Salerno, che è sempre stato il più forte, ma il più vigilante, il più allento a non cadere nelle trappole provocatorie. Ed anche a via Velia, quando continuò l'aperta sfida fascista io e Scariati pas– sammo avanti senza rispondere all'atte– sa che si realizzasse il loro piano. E a molti metri di distanza, solo quando non vidi al mio fianco Mastrogiovanni mi ac– corsi che era aggredito, che stava per terra e corsi in suo aiuto. Fin qua è d'ac– cordo finanche l'Alfinilo, al quale ho rifiu– talo la parola nei confronti, egli non ha negato che il mio intervento fu dopo, a rissa iniziala». Se nella rissa è staio Giovanni a colpire, lo ha fallo per legittima difesa. 11 compa– gno Mastrogiovanni era già ferito. Ma la corte d'Assise di Salerno lo ha condan– nato a 12 anni di reclusione per omicidio stendendo una- sentenza che passerà alla storia del movimento di classe come esempio della giustizia borghese. Ne pubblichiamo alcuni stralci per la cultura dei compagni. L'estensore della senten– za è stato il presidente della cor-te d'As– sise Fiengo. Fra le 11 denunce che Gio• vanni si è beccato nel corso del proces– so (per diffamazione, resistenza, oltrag– gio, ecc.) ce n'è una di oltraggio alla Cor– te perché avrebbe dichiarato • Fiengo sei uno strumento della giustizia di clas– se•. Giudicate voi. I fascisti non volevano provocare, non cercavano la rissa. 11 dr. Fiengo scrive: • Nessuna preordi– nazione per l'incontro, perciò. da parte de//'Alfinito e del Fa/velia per attuare quello scontro fisico, cui /'On. Almirante aveva invitato i giovani. Quell'invito o di– rettiva, anche a volerla ritenere cono– sciuta dai due giovani, non poteva ri– guardarli. Non li riguardava e non poteva essere stata da loro accolta, attesa la loro personalità, la loro forma mentis, la morale familiare cui erano slati educati. Si, è vero, facevano parte di organizza– zioni giovanili della estrema destra, ade– renti al M.S.I., ma ciò non dice e non può dire che per questa ragione erano dei violenti. La violenza, fortunatamente, è connatu- rata solo a certe nature umane, poco evolute e quasi sempre intellettualmente inferiori o tarate, cui la passione politica o/Ire il destro per esprimersi e mettere in luce il proprio •io», permeato quasi sempre di odio, motte volte a base di am– bizioni insoddisfatte, di torti patiti, per il quale la rappresaglia la, ad un tratto, im- , pazzare nel sangue. Non è il caso del Fa/velia e del/'Alfinito, giovani soddisfatti della loro vita, dei loro studi, compresi e ammirati nell'ambito familiare e in quello più vasto del loro ambiente sociale, pieni di speranze per l'avvenire che si profilava per loro, radio– so.» Per dimostrare che sarebbe stato Gio– vanni Marini a ferire per errore il suo compagno Mastrogiovanni, il dr. Fierrgo afferma che in seguilo al taglio" restaro– no solo superficialmente lesi gli strati muscolari•, mentre la perizia medica di– chiara che la ferita era della lunghezza di cm. 1O, interessante cute, sottocute, fa– scia aponevrotica e muscoli profondi ... Per dimostrare la volontà di Giovanni di uccidere il dr. Fiengo dice: "La frase pronunciala (da Giovanni ndr) "mi avete scocciato» o • mi avete rotto il c...» se– guita immediatamente dall'azione deno– ta la volontà del delitto che si voleva compiere in una identità di disegno cri– minoso ...;» Poi descrive il delitto: « In questo istante - ritiene la Corte - il Marini inflisse la col– tellata mortale. La inflisse cioè nell'atti– mo in cui l'aggredito era in condizioni di minorata difesa, e perché a terra e per– ché privo degli occhiali senza i quali era minorato. Diversamente dai momenti precedenti, privo della possibilità di ve– dere la mano armata che su di lui si pro– tendeva, tenuto fermo cosi com'era, il Faivelia offri scoperto il suo torace al suo aggressore il quale non mancò l'occa– sione, fino ad allora non offertaglisi, di in– fliggergli in profondità il coltello nelle carni, appagando cosi.finalmente il suo desiderio.• E poi:" Della sua emozione si scaricò coi delitti. Di essa si liberò definitivamente col pianto che, oggi, schiavo come è dei gruppi anarchici che di lui si sono impa– droniti, ha vergogna di ammettere ..."· C'è da chiedersi come si permetta un magi– strato di presentare, nell'esercizio delle sue funzioni, giudizi cosi grossolani e denigratori su una formazione politica li– beramente attiva sul territorio della re– pubblica. E ancora, caso mai non avessimo capito: « Egli (Giovanni) ora schiavo come è dei gruppi politici ai quali appartiene e dei comitati che in suo favore si sono costi– tuiti, non esprime la sua vera personalità, ma, invece, ona personalità alterata, quasi al limite fra la sanità e la insanità mentale». È arrivato a sostituirsi allo psi– chiatra. Le citazioni del dr. Fiengo: « Un illustre psicologo di Casa Nostra (si, maiuscolo, forse perché non si confonda l'Italia con l'abitazione del magistrato, ndr) a propo– sito del delitto politico, ha scritto:• È fa– cile compre"'dere che teorie politiche che tendano a rivendicazioni di classi oppresse. che si alimentano della illusio– ne di una uguaglianza sociale, sono fa– cilmente accolte da simili individui per– chè si armonizzano con la loro ambizio– ne insoddisfatta.• Giovanni, non ti pote– va fare un complimento più grande. E infine, per spiegare come mai il Falvel– la avesse dato quella pesante spallata a Giovanni, per la strada quella stessa sera il nostro magistrato cosi dichiara: • Il Flavella, ritiene la Corte, nel suo spi– rito gioviale e goliardico, con maggiore senso di benessere quella sera per la leggera ebbrezza alcoolica nella quale si trovava, con la spinta accompagnata dal sorrisetto ironico, intese scherzare col •tipo• Marini, avversario politico. Le fa– mose gioviali spinte dei fascisti: dal '22 in poi è stata tutta una goliardata. 8■ 8CAM" Al 'A8CIITI .... ...Cl PENSA LO STATO !'\'t.RJIJl E. NOl,J AE E .SI AI.LOAJT. * PA..SSA UN' OA:A t!. I Al Qv" L.I SI l!llA U'-IITO hAST" f'to~,o Vl\l,JN/, U.rC.O,tJTlf MkAA.INt I IC.AAIATI ACC ORIONO 1111 Alu'f'O W~ LDltO co11P11Q1110,a111,o (ilOVANHI v,aN& FEAITOA UN~ BRAC.CIO DA FALIISLI..A ... ""-"'-----'~ -NELLA 1\1!.!aA C~& NS HQt,C ,...,~OAIO Fl!JUTI FALVEL.i.A E ~FIN~TO ... F'ALVeU..A ·NVOIUi IN O.SN0ALC, HARIAII VI.Ala AIUt1UTAm 00PD Z. ANNI Di ~ICE– SI t;IC.W~6 ,\L HoCSJ.IO I>( MA RIAal •• (jlOIII\NNI Hl\ AÌNI, SCAlliATI, a r,11,TIIOGIOIIIINNÌ 1/tN COI.IO ~IITI E l\<,l,Uotri M ML~~ e ALl'INt"l'O ,Ml, ceac... 1.1O IL PUTlfSTO flefl P:All INTIJII.IA !AIIRt' VIJA ~CJIUfflllltACCIA •• , , .• ,. ,. • j NOTA• TUTTO qua&.LO C.H• R1-TA1'0 IN quesTe """'"'· ,:- v,ao, ALCUNI FATTI o 01.SCOIUI PQSSONOMliii.& INVE R,OSIHILI , l>l0N e' /110,. REUONJA&IL.I T'~ L'ASSUROIT.i(' 6.' 01 STl(fO!

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