RE NUDO - Anno V - n. 28 - 1974

Il 25 aprile scorso in Portogallo è stato un giorno di grande fe. sta popolare: il regime fascista di Marcelo Caetano è stato ab– battuto da un colpo di stato di militari capeggiati dal generale De Spinola, il quale ha promesso di instaurare una democrazia di tipo occidentale e ha immediata• mente ristabilito le più elemen– tari libertà e liberato i prigionieri politici. La cosa potrebbe apparire stra– na, ma in realtà, se la matrice dell'esercito è sempre inequivo– cabilmente reazionaria, i militari prendono posizioni fasciste o progressiste a seconda delle particolari condizioni economi– che e sociali e delle esigenze di sviluppo del paese a cui ap– partengono. Il Portogallo conduceva da anni una guerra estenuante per man– tenere il proprio dominio sulle colonie africane dell'Angola, del Mozambico e della Guinea Bis– sau seriamente minacciato dalla lotta dei movimenti di liberazio– ne che hanno fatto di quei paesi dei nuovi Vietnam. La guerra, che impegnava ogni anno circa la metà del bilancio del Portogallo (che per questo ha uno dei livel– li di vita più bassi d'Europa), ha causato un diffuso malcontento RE NUD0/3 nella popolazione e nelle stesse file dei militari non certo entu– siasti di farsi ammazzare in una guerra già persa in partenza. A farsi portavoce di questo mal– contento è stata la parte più il• luminata degli alti gradi dello esercito che, per porre fine alla guerriglia e sostituire allo sfrut– tamento diretto delle colonie un ben più vantaggioso sistema di sfruttamento neocoloniale, è sta• ta costretta ad abbattere la dit– tatura di Caetano che non inten• deva rinunciare alle colonie per ragioni di prestigio. Di fronte a quanto è accaduto la posizione da prendere non deve essere né trionfalistica né scet• tica. Le concessioni in senso li– berale fatte dal nuovo regime corrispondono infatti alle esigen– ze di rinnovamento e di raziona– lizzazione interna del sistema e non sono state ottenute grazie alla lotta popolare: in definitiva alla repressione brutale non si è sostituita altro che la repres– sione che si maschera dietro la tolleranza della democrazia bor– ghese. Speriamo soltanto che il popolo portoghese non consideri suffi– cienti gli spazi di libertà otte– nuti, ma li sappia sfruttare con– tinuando la lotta.

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