RE NUDO - Anno V - n. 27 - 1974

RE NUD0/16 do allo underground apparso sul numero 56 di Oi e riportato su RE NUDO numero 23, pag. 27: • Vedi c'è una bugia nell'aria. La stampa underground è una noia auto-indulgente, una cagata frau– dolenta. La stampa underground opera ne/l'ambito di una politica astratta, senza la spinta di un bisogno concreto. 1 giornali un– derground, esistono ih una invin– cibile terramadre sospesi· in un paradiso di popolarità internazio– nale e prosperità con i capelli lunghi; (fu per questo che a Ol si fecero un sacco di risate). Mi dissi: ·ma per questa gente il Movement, che cazzo è? Mi venne in mente che tante volte noi italiani abbiamo i/vizio di copiare i: Movements altrui, e non ci rendiamo conto che ab– biamo un potenziale rivoluziona– rio di marca nostrana che non ha un cazzo da imparare dai compa– gni americani o inglesi. Ma con– tinuiamo il discorso. Il càsino da queste parti ( e da quello che si sente dire, anche in . Italia) è chf! quando la gente non sa più dove sbattere la testa si rifugia o al Rada Krishna Tem– pie o dai bambolotti di Dio. In entrambi i casi ciò non è che una alternativa al manicomio. Il che non è poco se si considera che il prezzo medio è /'integrità dei nostri lobi cerebro-frontali, con /'inevitabile conclusione di arrivare a dire: • aveva ragione mio nonno, o chicazzossia quan– do me la menavano... ». Non so se chi legge capisce il mio pun– to di vista, puramente soggetti– vo, intendiamoci. Aveva ragione Jerry Rubin quando diceva di non . fidarsi di coloro che hanno su– perato la trentina. Lui la trentina l'ha già superata da un pezzo, ed una cosa è certa: di lui cer– tamente non mi fido. E' meglio Berlinguer. Solo, che non mi fido neanche di lui, e neanche di Hari Krishna, o di Gesù Cristo (ri– peto, sorio solo conseguenze do– vute ad .esperienze personali, i mistici perdonino). A questo punto non mi rimane che una so– la scelta: · le masse proletarie. Di loro si che mi fido e anche se come: colore preferisco ;i vio– letto-celèstino, senza esitazioni scelgo in questo caso il rosso. Quindi compagni freak, occhio al trucco, perché c'è, ma non si vede. E quelli dall'altra parte lo .sanno benissimo. o o Cosa succede in questo periodo a Londra? Niente di particolarmente bello. Si sono costruiti una corazza di èinismo piuttosto disgustosa, so- . prattutto i critici di rock, i gior– nali come Melody Maker e New Musical Express. Ci vengono a trovare, sembrano gentili e sim– patici e per esempio il New Mu– sical Express intitola l'articolo • i vecchi hippies non muoiono mai•. Siamo fuori moda, per loro. Ri– maniamo fermi al 1967 e al « flo– wer power •. E questo è il più grosso pericolo che corre Gong in questo momento. Invece gruppi come Bowie o Roxy Music riflettono perfetta– mente la situazione inglese: una grande tristezza. Si vanta– vano di venerare gli oggetti di plastica e i prodotti della civiltà industriale, fanno reazione con– tro il 1967 e il « ritorno alla na– tura •. Ma anche quelli che sono rima– sti in campagna non vanno mica molto meglio: vivono isolati, nella loro casettina, fuori dal mondo, assorti nei loro deliri di. purezza e santità; anche lì si tratta solo di un ego-trip; invece di intrallazzare per il potere, la ricchezza, un posto in televi– sione, nutrono l'ambizione di di- ventare guru, grandi geni spiri– tuali. Ma si tratta sempre di am– bizione, di ego-trip: che io chia– mo materialismo spirituale. E i tuoi amici del 1967? La maggior parte è ad Amster– dam; si occupano di Milky Way, per esempio. Sai che quel ge– nere di posti ha una grande im– portanza storica? Costituiscono il prototipo di qualcosa che sarà abituale fra 20 o 30 anni cç>me le « scuole dei misteri • dell'an– tico Egitto. Dei posti dove puoi meditare, studiare la musica, i colori, la poesia e i loro effetti sulla coscienza, dei posti dove si impara a vivere armoniosa– mente. Per tutti, credo, arriva il mo– mento in cui si è fatto il giro delle cose materiali, gli oggetti, il sesso, la droga, le macchine _e ci si domanda: e dopo? Allora ci si rivolge verso lo « spazio i.nte– riore •. Certo, tutto gira attorno alla musica perché è una forza guaritrice, una forma armoniz– zante. ,li giorno in cui la musica non avesse più questo ruolo, fa– rei qualcos'altro. Certo siamo ancora agli inizi. Gli strumenti ·elettrici non hanno superato lo stadio primitivo. Si utilizzano de– gli enormi amplificatori, dei gi– ganteschi altoparlanti, quando si potrebbero ottenere gli stasai risultati con apparecchi grandi come una scatola di scarpe. Ma i gruppi tengono molto al loro materiale voluminoso, come a un segno di potenza. Non credi che qualche volta cl si verifichi una fuga e una re, gressione verso il misticismo? Quando si parla di misticismo e di religione si pensa inevitabil– mente ai preti, dunque ai poli– ziotti e a delle organizzazioni fa– sciste come la chiesa cattolica e si è tentati di sputare su tutto quello che riguarda la religione. - Ma al di là di tutto questo, c'è una realtà: tu sei solo nell'universo e hai bisogno di dare uno scopo alla tua vita. Perfino i divi-guru e le loro sette hanno una loro utilità, secondo me: dirigono la gente verso una certa forma di introspezione. Molto onestamente, la musica per la musica, l'arte per l'arte non mi interessano assolutamen– te. Ci ho creduto per anni, ma adesso basta. Il solo motivo che mi spinge a fare della musica consiste nella speranza di accelerare l'evolu– zione introspettiva, di piantare un seme nella testa della gente e di aiutarla a trovare se stessa.

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