RE NUDO - Anno V - n. 26 - 1974

gruppetti, le Red Stocking, Kate Mlllet, la Costa Occidentale, Ber– keley, che si sono progressiva– mente più o meno fusi. Com'è successo? E come si è organiz– •to il women's lib.? R. Abbiamo provato più volte a mettere in piedi delle conferen– ze nazionali per fondare una stra– tegia unitaria. Ma il women's lib. non tollera centralizzazione e au– torità: le donne ne hanno subita troppa da parte degli uomini. Tut– te le donne che avrebbero potu– to divenire leaders sono state emarginate: Roxane Dunbar, Ka– te Minet e altre. D. E Gloria Steiman, direttrice del giornale MS., che si è molto montata durante i meetings e al– la televisione? R. • Tra le borghesi • è una co– sa diversa. Hanno i soldi, le loro organizzazioni combattono per l'integrazione della donna nella società presa com'è, per l'ugua– glianza dei salari e delle possibi– lità. Discutono col potere, i par– titi politici in carica le tengono per rappresentative, convalida– no il sistema. E questo a mio av– viso è il vero obiettivo del wo– men's lib. D. Allora cos'è successo nel •vostro» women's lib.? R. E' diviso in tutti i sensi. Do– po la separazione tra etero e omo, certe sinistrorse sono di– ventate lesbiche e si sono taglia– te i capelli corti, portando degli strani costumi. un trip narcisi– stico, rapidamente reazionario a mio avviso. Non credo che l'o– mosessuali:tà debba prevalere sulla lotta di classe. Le lesbiche sono divenute molto settarie: se– condo loro alla prima tappa della sua liberazione, un'operaria deve scoprire l'omosessualità e, con lo zelo delle novizie, non tollera più né le differenze, né le sfuma– ture. Le donne che restavano nel women's lib. si sono consacrate a dei progetti locali, un fiorire di free clinics, una specie d'aiuto sociale, legale, professionale, medico. Questo non era negati– vo in sé, una specie d'approfon– dimento, ma c'era un problema: ie media, le militanti potenziali erano infognate verso le sole ,organizzazioni nazionali, liberali ,e borghesi., NOW o le altre. Quanto a noi, non ci esprimeva– mo ... in tutto questo il women's lib. dimenticherebbe in gran par– te la politica. D. Il women's lib. si è dunque isolato? R. Si. I nuovi gruppi rivoluzio– nari, come October League, un' organizzaione maoista che si è sviluppata recentemente, non hanno quasi nessuna donna tra i responsabili, e non si interessa– no assolutamente ai problemi femminili. Noi d'altra parte al l'inizio dell'anno non avevamo più delle scelte decenti: essere la donna mascotte di una orga– nizzazione di sinistra sessista, aggregarsi al lesbismo. fare del l'aiuto sociale senza sbocco po– litico o niente del tutto ... per questo un gran numero di mili– tanti della prima ora ha abbassa– to le braccia; vivono in campa– gna, fanno dell'artigianato, o una vita professionale. Detto questo, credo che siamo sul punto di uscire dal groviglio: dall'inizio dell'anno le lesbiche, donne rivoluzionarie e donne di sinistra cominciano di nuovo a riunirsi. Ci sono ancora delle scaramucce, ma le WOMEN'S UNIONS potrebbero costituire il nocciolo di un nuovo femmini– smo. Non è stato facile, ci sono stati dei lunghi dibattiti prima della decisione di ammettere donne che militavano con uomi– ni. Le WOMEN'S UNIONS hanno cominciato operando nel settore dell'aiuto sociale e si sviluppa– no verso l'analisi, cercando di aprire una strada tra il femmi– nismo borghese e il marxismo– leninismo maschile e centraliz– zato. Queste unioni esistono già in cinque o sei città. A Ber– keley siamo un centinaio di don– ne a militarvi. D. Adesso parliamo del movi– mento In generale, quando è en– trato in crisi? R. Verso il 1971, ancora una volta a causa del women's lib: la maggior parte delle organizza– zioni della nuova sinistra funzio– navano grazie alle donne che as– sorbivano tutte le necessità, spe– divano le circolari, facevano gi– rare le sovrastrutture e la buro– crazia. Quando le donne hanno scoperto la loro oppressione e si sono rifiutate di far andare avanti la macchina, non c'è più stata la macchina. D. Non è un po' esagerato? R. No. Dopo mesi di contesta– zione femminile, gli uomini che militavano si sono messi a du– bitare di se stessi, a farsi do– mande sulla loro legittimità, mol– to bene, ma non osavano più far niente, non volevano più parlare nei meetings, buttavano sul pal– co le donne, dichiaravano di vo– lere la leadership delle donne. Bisognava che fossero ben de– boli per affondare in quel modo appena li si rimetteva un po' pro– fondamente in discussione. Un mucchio di maschi ha abbando– nato il movimento ... spero che l'effetto finisca per rivelarsi po– sitivo: quando il movimento ri– partirà, può darsi che lo faccia su nuove basi, con più rispetto umano, più spirito collettivista, meno profitto. Ad ogni modo, i militanti di base erano veramen– te stufi: non si spiegava loro niente, non ci si occupava di loro, si diceva loro semplicemen– te: stendi questo manifesto, or– ganizza questi meeting, vai a manifestare e fatti arrestare, senza che ci fosse uguaglianza collettiva tra leaders e militanti. D. Il movimento si è diretto verso azioni locali in àmbiti ri– stretti? R. E' il normale risultato delle critiche precedenti: diventare più umani, e ne è risultato un certo progresso esistenziale. Le persone vivono un po' meglio, certe città sor:,o più tolleranti, ma l'impatto del militantismo non è assolutamente più lo stes– so. In scala nazionale o interna– zionale, è divenuto pressochè inesistente. Rifiutato questo, ci consideriamo un po' troppo una quinta colonna del Terzo Mondo, che distruggerà l'America impe– rialista. Un'analisi megalomane e falsa: siamo americani, è l'Ame– rica che bisogna trasformare, ed essa non diventerà mai la Cina popolare. Ma essendo figli di borghesi noi ci detestavamo, vo– levamo un colpo di stato. Ades– so abbiamo capito che bisogna immergerci nella nostra realtà, dobbiamo assimilarla per tra– sformarla. RE NUD0/7 D. E la nuova generazione, i giovani di diciotto anni che non hanno conosciuto tutto ci<-? Non sono molto attivi,.ma è spie– gabile. li militantismo si è inde– bolito verso il 1971 e i giovani d'oggi non hanno conosciuto che gli ultimi bagliori della lotta .. Se il militantismo fosse continuato, vi avrebbero partecipato. Ma non hanno saputo dove andare. Non esistono più le organizza– zioni che li canalizzavano, grup– pi grandi ed aperti che prepara– vano ad un militantismo più ra– dicale. D. A proposito, quali sono i gruppi attivi nei campus? R. Il movimento ha dei proble– mi: l'azione, la sua mistica sono a un punto morto. La gente mi– litava perchè questo li faceva vivere, amare, liberarsi. Si vive– va meglio nel movimento che tra i borghesi, ed era bello. A– desso il movimento è triste: peggio, non si trova più un impie– go, la società è meno generosa, l'università n i impegna, la sinistra e · giornali non hanno più Idi. Allora c'è meno ge P.arte, quelli che mili iu– al di si ca di ovi– dopo– ecina he il a è più enera– mdebo– ro l'inflazio– are contro !'.ag– gressione a ietnam. D'altra parte credo c e la classe ope– raia americana non sia mai stata così politicizzata dopo la guerra, ed è un fatto nuovo: gli scio– peri selvaggi sono numerosi, si trovano finalmente dei militanti in seno ai sindacati. I vecchi bu– rocrati sindacalisti come Meany devono opporsi a Nixon, dopo che l'hanno sempre sostenuto: la base li spinge in questo sen– so. In cima a questa bufera. i vecchi radicali del campus non sono più in azione, si battevano contro la guerra, adesso non li

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