RE NUDO - Anno IV - n. 20 - 1973

RE NUD0/18 gere i padroni del disco a fare i conti con un • pubblico di consu– matori • che non sono più solo pub– blico e consumatori, ma proletaria– to cosciente che ha la forza di ge– stire e imporre scelte e condizioni. Il bilancio di tre anni di lotte ai con– certi è per noi sostanzialmente po– sitivo: è cresciuto il livello di co– scienza dei proletari ai concerti, si è rafforzato il nostro potere con– trattuale nei confronti dei padroni del disco, noi stessi a contatto con questa nuova realtà di movimento siamo cresciuti e maturati politica– mente permettendoci d'impostare le nuove scadenze come il 3• pop– festival con entusiasmo e con la collaborazione di altre forze poli– tiche. LE SQUADRE DEL COMUNE Le squadracce del comune, quelle create dall'inventiva ma/riposta dal democris,tiano Crespi, sono già pas– sate in azione. Infatti, /'approvazio– ne da parte del/a. giunta comunale della misura liberticida, ha fatto si che senza tanti preamboli tale di– sposizione che tanto per cambiare difende gli interessi dei ricchi e soffoca la voce dei proletari, ve- nisse fatta applicare. · Di che si tratta? È semplice; l'as– sessore Crespi pensa: qui a Milano ci sono troppi manifesti abusivi (guarda caso la stragrande maggio– ranza sono della sinistra rivoluzio– naria) bisogna istituire delle squa– dre che defiggano i manifesti e fac– ciano pagare le spese ai firmatari. La Costituzione? La libertà di e– spressione e di parola? Ma eviden– temente sono minchiate per il pa– ladino dei muri di Milano. Quello che più conta per Milano • _demo– cratica • sono i muri puliti. Sono i muri che hanno denunciato per pri– mi l'innocenza di Valpreda? Sono i muri che hanno indicato i veri re– sponsabili delle stragi e degli at– tentati fascisti? Sono i muri che attraverso mille tatzebao parlano alla cittadinanza dei soprusi e delle atrocità commesse dal governo e dai suoi agenti? Certo che sì! ma proprio per questo il solerte asses– sore si è dato da fare per trovare una misura • amministrativa • che potesse incastrare la· sinistra rivo– luzionaria. Siamo faziosi Crespi? Dici che verranno puniti anche i manifesti di destra? Ah già gli op– posti estremismi! Dici: • Colpiamo i 150 manifesti del MSI e del Fron– te della gioventù e già che ci siamo anche i tre o quattromila manifesti dei sinistri. Bene bravo. C'è però da dire qualcosa di più. Che i de– mocristiani difendano i loro inte– ressi e vadano avanti nella loro po- 1 itica liberticida. questo non ci de- ve stupire ma la cosa che c'indigna e a cui vogliamo si dia una risposta è la complicità espressa dai socia– listi piegati al ricatto democristia– no. Qual'è il mezzo di questo ri– catto? Fin dove arriva il prezzo im– posto dalla D.C. milanese al Partito socialista? E fino a dove arriverà la disponibilità dei partiti della sini– stra parlamentare a farsi tras,cinare ·in questa odiosa copertura a chi vuole impedire al movimento. rivo– luzionario di parlare? li tatzebao murale politico è un fon– damentale mezzo di espressione dei movimenti politici rivoluzionari. La misura di Crespi che la giuntà comunale ha approvato favorisce chi può spendere 150-250 lire a ma– nifesto per l'affissione comunale. L'affissione media di un manifesto murale oscilla tra le mille e /e mille– cinquecento locandine. Vale a dire 2 o 300.000 lire ad affissione! Ma chi ha tutti questi soldi? I partiti tradizionali e i fascisti che sono notoriamente finanziati e prezzolati per tutto quello che fanno. E allora chi sono gli unici ad essere colpiti dal provvedimento? Solo e sempre i gruppi rivoluzionari! Questa apparente misura ammini– strativa non è quindi altro che un ennesimo, mascherato passo in a– vanti nella lunga e lenta marcia at– traverso la restaurazione che i de– mocristiani di • sinistra • e di de– stra hanno intrapreso. Il regime c'impone di tacere o di pagare? Noi scegliamo di parlare. E parleremo e denunceremo questa vergognosa manovra biecamente antidemocratica e repressiva. Non pagheremo le multe e andremo in tribunale e ancora dal tribunale de– nunceremo questa truffa tipica del governo Andreotti. E potete seque– strarci tutto. Noi come tutti i pro– letari non abbiamo niente da perde– re. neanche il ciclostile. RISPOSTA A "Ro·sso . - " Papà rosso. E' con piacere che vediamo i com– pagni di •Rosso•· affrontare il di– scorso sul proletariato giovanile an– che se con le idee ancora molto confuse. •Rosso•, il giornale del • Gruppo Gramsci•, ha finilmente affrontato il problema della musica e degli • hippy •, rompendo lo sche– ma tradizionale tardo-stalinista. E questo è senz'altro un merito, ma questi compagni commettono alcuni errori fondamentali. 1°) Sono vitti– me di un'analisi di classe riguardo l'yip-proletariato italiano, che risen– te in modo evidente di una impo– stazione USA del problema. Infatti arrivano a definire « studenti • e «piccoloborghesi » quelli che in real– tà nella grande maggioranza sono proletari. Perché se è vero che in America la componente determinan– te nel movement è composta da studenti e piccolo-borghesi, è per– ché negli USA per l'appunto manca una tradizione di lotte e di classe di un vero e proprio proletariato, quin– di per un lungo periodo (adesso le cose cominciano a cambiare) l'ini– ziativa per trasformare il paese e lottare contro il sistema è stata P,re– sa dagli studenti e dal negri. Guai però a portare questo parametro in Italia! La forza e la tradizione di lotta che il proletariato italiano con in testa la classe operaia ha espres– so dalla nascita, della classe, fa sì che anche il fenomeno dei cosiddet– ti hippies risenta di questa realtà e in questa realtà deve essere inqua– drata. - Perché i compagni di • Rosso • par- lano di studenti e piccoloborghe1 Non conoscono la realtà del m ment italiano o vogliono negare u realtà da cui si sentono tagliati ri per via di una miopia politica c si trascinano ancora dalle passa esperienze politiche emme elle? Idem per qual che riguarda la p sunta volontà degli hippy italiani d • non inserimento •. Ma.quando mal Se non per delle frange estreman mente minoritarie (comuni agrlc le, quartieri tipo Brera e S. Maria I Trastevere) il giovane proletariato italiano lavora anche se odia giusta, .mente il lavoro. Vero è invece chè I America il • movement • per le r dici di classe diverse ha questa c ratteristica e proprio per quest mancanza di radici e di collegamen– to oggi il sistema americano ha tro– vato il modo di fare del movimenta.. delle comuni, una grossa riserva d disoccupati che non rompono i c glioni. Quindi, anche sotto questo.,, aspetto, i compagni di Rosso devono fare i conti con la realtà italiana che oltre a tutto dal punto di vista rivo– luzionario è deéisamente più avan– zata rispetto all'America. Anche per « gli hippy•. . Quindi, che i compagni di •Rosso• abbandonino un paternalismo che & fuori luogo e si limitino per ora ad approfondire la loro conoscenza.-: sulla componente di classe dell'ylp– proletariato. Mangiando la mela, si impara a conoscerla. Come dice li presidente. Visto poi che siamq d'accordissimo sul fatto che la rive,;. luzione in Italia sarà qualcosa di di• verso dalle altre rivoluzioni. Vendesi Furgone FORD TRANSIT CARROZZATO PER ·I LUNGHI VIAGGI L. 500.000 Tel. 653. 728

RkJQdWJsaXNoZXIy