RE NUDO - Anno III - n. 16 - novembre 1972

caro sofri, ti sembrerà ma sono un $trano p,-olet ar io ••• .--------------------------· opo due anni di socia/ h1ppismo, dopo due anni in cui con incredi– ile cinismo abbiamo scambiato i palasport per le fabbriche fra le ettere di " Lotta continua » s, legge sgranando non poco gli occhi le ingiustizie non sono solo in fabbrica o a scuola: parliamo in odo politico dei giovani e della musica ». a rabbia /egqere queste cose, fa piacere e un po· tristezza sAntire he la qente incazzata e sfruttata a cui viene tolta la gioia di un po· i:Ji musica a cui viene «succhiata» /'esistenza fino al midollo abbia come esigenza il parlare il discutere, conoscere anche il fuori scuola, I fuori quartiere, e fabbrica. Fa piacere perchè ci sentiamo meno arziani, fa rabbia perchè il compagno scrive che queste cose le anno notare solo i giornali borghesi, fa tristezza pensare che tanti compagni un po' disinformati e un po' troppo serio stalinisti abbiano sempre santificato , compagni arrestati per reati politici, e ignorato con un tantino di disprezzo i disoccupati, gli operai, gli studenti che ariano di musica, che vogliono non pagare per questo, che vogliono /struggere lo sfruttamento anche nelle forme più evolute, che sono le più ipocrite e schifose. giovani proletari quelli coi capelli un po' lunghi, quelli che non /eq– gendo molto di marxismo ma vivendo lo sfruttamento di cui il vecchio scriveva, che magari fumano la loro insoddisfazione, che amano il "romantico » maqgio frances<J molto di più di una riunione delle miriadi d1 esecutivi nazionali non sono " cultura giovanile » come vorrebbero farci credere i padroni, sono quelli a cui il nostro giornale ha sempre cercato di parlare, sono quelli che vengono allontanati dalla statale perchè vendono un giornale che parla di droga e musica. sono quel/, forse che faranno per primi la rivoluzione. Firenze, 3 novembre 1972 Cari compagni, cno un compagno di Firenze, studente ma costretto a lavorare erché di studio non si campa. Sono un simpatizzante di L.C. e i piace molto la musica « pop »_ Ieri leggendo la NAZIONE, li giornale fascista del petroliere Monti (finanziatore dei fascisti che anno messo le bombe a Milano) ho visto un trafiletto in cui si raccontava che a Milano alcune « centinaia di giovinastri » che non erano potuti entrare » in un teatro in cui si esibivano gli TOMIC ROOSTER, avevano improvvisamente « cominciato a tirare assi contro lo schieramento di polizia che sbarrava l'ingresso del teatro"- Il commissario capo di P.S. è stato colpito in pieno iso da una sassata (setto nasale rotto) e sono state arrestate ben 19 persone», naturalmente tutti ragazzi. Ora a parte la sassata, uello che mi dispiace è che queste cose siamo costretti a leg– erle sui giornali fascisti, borghesi e riformisti, e non più su L.C. Dico non più perché su L.C. settimanale e quindicinale queste ose erano riportate giustamente, ed ancor più giustamente com– entate in modo politico. Ora invece non più, e cosi i fascisti e i orghesi speculano su « alcune centinaia di giovinastri » magari capelloni pidocchiosi zozzl, che " non vogliono pagare Il bigi si ribellano alle fc.rze dell'ordine e danno l'aualto all'lngreao teatro». • Questi « giovinastri » allora chi sono? Slamo noi, atudenU pro che non abbiamo soldl par pagare Il blglletto (a parte che bisogna vedere se è giusto dover pagare Il blglletto per q cose), o magari apprendisti o operai o dia cupatl, che venia umiliati, sfruttati, derubati di ogni nostra forza, capacità e volo ma a cui In cambio di un'ora o 2 di musica si strappano 2J100 3.000 lire, quando slamo noi che abbiamo tutti I · lrlttl In q merdosa società, che cl facciamo Il culo giorno dopo giorno, dopo ora sul libri che non cl danno li lavoro, e sul lavoro che ci garantisce il domani. E In compenso i padroni cl derubano tutto, della nostra voglia di amare, di giocare, di suonare, di e contenti, succhiandoci la vita fino al midollo, facendoci lve « vecchi » a 30 anni; e contemporaneamente questi porc, mere cano sull'amore, coll'Industria basata sul sexy (cinema, llbrl, rlvlat foto, oggetti-feticcio, cosmetici, Indumenti intimi ...); sulla voglia giocare e di divertirsi (Industria del disco, serate di Mina, di Gla Morandi, di Mas ·mo Ranieri, di Iva Zanicchl; industria del calci della boxe ...), ad irittura su noi stessi. Il bello è poi che quan facciamo a botte tra noi per entrare e vedere lo " spettacolo muniti di biglietto ovviamente, va tutto bene, e al massimo si aen dire di« intemperanze del fans»; quando però si comincia a capir che queste cose sono nostre, che queste cose slamo noi che facciamo esistere; sono frutto della nostra creatività, della noatr fantasia, del nostro cuore (nostro e di tutti i proletari), e che qui queste cose sono un nostro diritto, e le vogliamo, allora sia « giovinastri, teppisti, mascalzoni », e la polizia ha tutto Il dove di intervenire con forza e autorità (pestaggi, arresti, proce s:ialera, marchiato per tutta la vita come delinquente). Perché, come ha detto un vecchio compagno cinese, rlvolgend al giovani compagni cinesi, e di tutto Il mondo, « li mondo è tani nostro quanto vostro; ma in ultima analisi è vostro "· Comoagni, parliamo di queste cose; scriviamole le Ingiustizie cui siamo soggetti, non solo In fabbrica o a scuola, ma dappe{tutto La lotta di classe passa anche attraverso Il settore lmportantlsal come quello della musica: . L.C. non può trascorrere questo set tore. Saluti a pugno chiuso.

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