RE NUDO - Anno II - n. 2 - gennaio-febbraio 1971

che per queste cose, non lasciarsi sopraffare. Quando poi, in genere dopo tre-cinque giorni verrete inter– rogati dal P.M. chiedetegli di es– sere tolti dall'isolamento e se mai, rinnovate la richiesta poi al giudice perché una volta interrogati non c'è più una ragione ufficiale per tenervi isolati; se lo fanno in buo– na percentuale è perché voi non dite niente, e per loro tenervi sepa– rati dagli altri è una gatta in meno da pelare. A volte non è neppure inutile chiedere colloquio con il direttore Alfonso Corbo anche se umanamente è un personaggio grottesco. E' nota a tutti i detenuti ad esem– pio la sua passione da maniaco per la psicologia criminale. Il « play boy» (vedi Il re vestito) di San Vittore è perfino riuscito ad aprire un reparto speciale dove accudisce i suoi detenuti scelti, i quali se non altro pur dovendo sottostare alle indagini psicologiche e dilet– tantesche di Corbo, godono di un trattamento speciale che li privi– legia. E' facile che durante il colloquio il furbastro cerchi di convincervi a rimanere in isolamento « per non farvi andare insieme coi ladri e as– sassini » ma non dategli retta. Lui ha il dovere di mettervi insieme agli altri detenuti e della vostra stessa Una volta al raggio, avete meglio la possibilità di integrarvi in una realtà che dovete accettare. I pri– mi giorni sarete invece portati a restare esterni, provvisori, giustifi– candovi col fatto che probabilmen– te dovreste passare qualche setti– mana e non anni. Questo ragiona– mento è comunque sbagliato per– ché vi sembrerà che le giornate siano di 48 ore e le passerete ma– le, mangiando biscotti, pane e mor– tadella rifiutando invece la mine– stra e la pasta e fagioli. Anche questo è sbagliato, comprate inve– ce alla spesa che passa tutti i gior– ni davanti alla cella, dei dadi e del burro da sciogliere nella « sbob– ba», non sarà mai buona ma la renderà mangiabile e non vi rovi– nerete lo stomaco (oddio, tutto è relativo). Oltre a tutto adattarvi subito alla situazione, vi permetterà di cono– scere la facciata illegale del car– cere, il traffico clandestino di siga– rette americane, di libri, cibo del– le cucine (alla borsa nera) e po– trete mandare fuori la posta attra– verso i « cavalli » cioè guardie cor– rotte per sottrarvi così alla censura. Fondamentale per la sopravvivenza decorosa in carcere è il possedere denaro in contante con il quale seppure a prezzi esorbitanti si può avere tutto. Dato che la circolazio– ne del denaro è proibita, i dete– nuti se lo fanno passare di nasco– sto dai parenti durante il collo– quio; attenzione però a non farvelo trovare alla perquisizione sommaria che avviene subito dopo. Le con– seguenze la prima volta non sono gravi (una ammonizione) ma suc– cessivamente vorrebbe dire finire ai topi anche per dieci giorni. Una ultima cosa: non sottovalutate la funzione del cappellano, il buon Don Cesare che nonostante sia u– na volpe infida (non parlategli del– le vostre grane) ha un fondo di ge– nerosità e soprattutto è una gran– de potenza 11dentro. In genere aiu– ta ad avere libri e più difficilmente giornali politici. no IL RE VESTITO Attilio Bonanno, una carriera: da partigiano a questore Attilio Bonanno, ex partigiano, ora questore, un buon italiano. Lo farei di nuovo morire io quel Saltarelli, questo in sostanza ha detto il nuovo questore di Milano in un'intervista con il giornalista Pansa della « Stampa ». L'intervi– sta era imperniata sugli scontri vio– lenti provocati dalla polizia e dai cc; diretti assassini del compagno Saltarelli. Alla domanda di Pansa « Non pen– sa lei di aver sbagliato qualcosa», il questore s'inalbera, dice di non aver sbagliato niente e che se po– tesse ritornare indietro rifarebbe tutto ciò che ha fatto. Darebbe di nuovo anche l'ordine della carica assurda e criminale contro gli anarchici. E a sostegno delle sue affermazioni questo « sim– patizzante socialista », questo falso sinistro, in realtà bieco servo del governo e dello stato, adduce una menzogna, una vile canagliesca menzogna. Ecco cosa dice questo « re vestito » al povero Pansa: « da– rei di nuovo l'ordine di caricare il corteo degli anarchici, perché potevano puntare contro i fascisti e io non tollero scontri nel centro di Milano ». La più smaccata e spu– tannante delle menzogne del 1970 è uscita dalla bocca di questo si– gnore, lungimirante stratega mili– tare e politico. In realtà anche un fascista moderato (in buona fede) non saprebbe spiegare come il cor– teo anarchico partendo da piazza Duomo e imboccando via Torino (con il denunciato obbiettivo di marciare verso il consolato spagno– lo, cioè in periferia) avrebbe po– tuto materialmente incontrarsi con i fascisti spigolanti in piazza S. Ba– bila, circondata dalla P.S. A■ .. ATII HllHICCl4 B• CMC.IL& O •••IRATO c.. i\1,0c-r•c~•· ,.,,. lk~l&.O 0• HINIH" 4Mlolll0 n E• IHNOI r. ,,.,uno1 (,011 ...... _. TII r eeccA 01 L",0 Formuliamo anche un'ipotesi as– surda e maniacale ma che potreb– be albergare in qualche cervello bacato, cioè che gli anarchici im– provvisamente colti da raptus, aves– sero deciso di fare dietrofront e marciare su S. Babila. Non avreb– be avuto forse il tempo il questore della nuova maggioranza di dare gli ordini opportuni a quel mare di giacche verdi e blu bivaccanti nel centro storico? No, signor questore, una motiva– zione tanto falsa e bislacca la po– tevi dare solo a Restivo e a Sara– gat dopo una bella bevuta in com– pagnia, ma non ad altri. Agli altri dovevi dire « gli ordini sono ordini », dovevi dire che non volevi e potevi tollerare altre ma– nifestazioni oltre a quella ufficiale, con la o.e. e il P.C.; questo dovevi semplicemente dire, ex partigiano. I tempi sono duri ed è proprio vero che « nel momento della lotta succedono le cose più belle, più nobili, ad opera delle persone più dure, dopo, quando l'acqua rista– gna, viene a galla la merda, da tutte le parti. Gianni Corbo: il play boy di S. Vittore Gianni Corbo: Regolarmente sui giornali appare un'intervista a que– sto personaggio, presentato dalla stampa, dal Corriere all'Unità, co– me il direttore « illuminato », « pie– no di buona volontà», ma « con le mani legate dal vecchio e buro– cratico regolamento carcerario ». Balle, sono tutte balle; Corbo, di– rettore di S. Vittore e di tutte le carceri dell'alta Italia è un perso– naggio bieco e reazionario, anche se di bell'aspetto. I detenuti lo chiamano il « play boy di S. Vitto– re » in quanto nelle sue rare appa– rizioni appare sempre vestito a fe– sta, ben abbronzato e con la testa alta. La testa rimane alta anche quando parla con i detenutl verso i quali ostenta il più grande di– sprezzo: soprattutto verso i dete– nuti comuni e gli anarchici. Una manifesta simpatia mostra invece RE NUD0/5 per i giovani bene, i fascisti; indif– ferenza, al contrario, per quelli che considera un po' troppo « teppa– teppa ». Spesso e volentieri si intrattiene con gli avvocati-senatori del M.S.I. che raccomandano i loro protetti. Nelle interviste Corbo parla .di ri– forme, modifiche, iniziative per '.'far stare meglio i detenuti ». La mala– fede di questo « re vestito » è gran– de quasi quanto il suo compiaci– mento. I giornali, poi, ancora una volta dal Corriere all'Unità, pubbli– cano le sue dichiarazioni senza commento e a volte addirittura le sostengono. Vediamo dunque insie– me quali sono queste « generose » riforme. L'unica arma che i detenuti hanno per non trasformarsi in animali, è quella della parola: la possibilità di comunicare, di scambiarsi idee e opinioni; le ore d'aria per un dete– nuto (le ore cioè in cui gli è per– messo di uscire dalla cella per pas– seggiare in cortile) gli offrono la possibilità di vedere gente nuova, magari amici che si trovano in al– tre celle. Ecco dunque la brillante proposta di riforma di Corbo: im– pedire il contatto tra i detenuti per « prevenire la rivolta ». Guardate, infatti la piantina qui in basso, che rappresenta un raggio di S. Vittore. L'idea di Corbo, che già si sta at– tuando, è quella di sostituire la rete divisoria tra un piano e l'altro con un pavimento-soffitto di cemento ed impedire ai detenuti l'accesso ai piani dove non sono residen– ti. Anche nel cortile, dove pri– ma i detenuti potevano passeggia– re tutti insieme qualcosa sta cam– biando; Corbo, ·infatti, ha avuto la brillante idea di progettare un cor– tile fatto a spicchi con muri divisori, di modo che i detenuti di piani di– versi non possano più parlare fra loro. Naturalmente, come merce di scam– bio, questo sinistro personaggio ha concordato con le autorità di dare un'imbiancata alle celle e alle mura del carcere e di migliorare i servizi igienici. Nei prossimi mesi quindi i detenuti, an,che se privati ancor più della loro libertà, potranno fare i bisogni in cella, in una cella tutta bianca.

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