RE NUDO - Anno II - n. 2 - gennaio-febbraio 1971

COME SI CASTIGA U-N "MAOISTA" « Desideravo conoscere il Sofri » Il 6 novembre 1970, poco dopo le 18,30, un pullman si ferma davanti al Municipio di Torino, e ne scen– dono una sessantina di persone. Sono inquilini (in prevalenza don– ne e bambini) delle case popolari di via Sansovino, nel rione delle Vallette; protestano contro alcuni pignoramenti dovuti al mancato pa– gamento degli affitti. La manifesta– zione è indetta dal Comitato Inqui– lini, e gli slogan scritti sui cartelli non sono poi particolarmente rivo– luzionari. Basta citarne uno: « De– zani (si tratta del presidente dello IACP di Torino) pignora, il Comune cosa fa?». In altre parole, si chie– de l'intervento del Comune, e a questo scopo i sessanta desidera– no essere ricevuti dal sindaco. Poi– ché udienze così numerose non so– no previste dalle tradizioni munici– pali, il portone viene chiuso. I sessanta, giustamente indignati, protestano vivacemente, mentre in– torno a loro si forma un assembra– mento di passanti e di proletari che abitano nelle vicinanze, inte– ressati a vedere quali problemi as– sillano il sindaco di Torino. Si fa un po' pressione sul portone, poi si decide di formare una delega– zione, che il sindaco si degnerà di ricevere alle ore 20.30. Fuori dal Municipio, naturalmente, non stan– no tutti sui marciapiedi, e il traffico ne viene ostacolato. Gli stessi vigili provvedono a deviarlo. All'interno dell'assembramento, qualcuno si siede per un po' in mezzo alla stra– da. La polizia, sempre preoccupata per l'ordine pubblico, fa arrivare sul luogo trenta agenti, che però non trovano occasione per inter– venire. Alle 20.20 il traffico ripren– de regolarmente. Alle 21, tornata la delegazione, la manifestazione si scioglie e sulla piazza rimangono soltanto pochi capannelli di per– sone che continuano tranquillamen– te a chiacchierare. Data la frequen– za dei pignoramenti e degli sfratti a Torino, episodi di questo genere si ripetono regolarmente almeno una volta ogni mese. Ore 21: la manifestazione è finita Contemporaneamente, in ·un'altra parte della città, e precisamente in via Po n. 7, terzo piano, una tren– tina di compagni, tra cui Adriano IO Sofri e Giuliano Mochi, partecipa– no alla consueta riunione serale di coordinamento di Lotta Continua. La riunione del 6 comincia alle ore 19 e termina poco dopo le 20.30. Sofri vi partecipa dall'inizio alla fi– ne, mentre Mochi vi interviene solo nell'ultima fase: prima si è riunito con altri compagni (fra le 19.30 e le 20; prima ancora era stato nella scuola dove insegna) nel bar sot– tostante la sede di via Po 7. Finita la riunione, i compagni scendono e si trattengono per un po' a discu– tere davanti al portone. Un came– riere che passa e che conosce al– cuni di loro li avverte che davanti al Municipio c'è una manifesta– zione. Ore 21.05: arriva Sofri Qualcuno decide di andare a ve– dere. Sofri, insieme ad altre tre persone, arriva davanti al Munici– pio alle ore 21.05. Si ferma a un capannello, saluta un operaio del– la FIAT e un poliziotto della Poli– tica che lo conosce, entra ·in un bar, si beve un caffè e se ne va. Mochi arriva per conto suo qualche minuto dopo, anche lui insieme ad altre tre persone. Nella piazza del Municipio ci sono già altre due compagne di Lotta Continua, Laura Derossi e Donatella Barazzetti, che conoscevano molti inquilini di via Sansovino e che si erano già tro– vate altre volte a discutere con lo– ro (ovviamente anche di politica e di pignoramenti). Delle due, soltan– to Laura è stata presente dall'ini– zio della manifestazione, pur te– nendosi abbastanza in disparte; Do– natella è arrivata molto più tardi. Tutto questo avviene il 6 novem– bre. Domenica 15, al termine di una assemblea popolare indetta da Lot– ta Continua a Porta Palazzo, la po– lizia arresta Laura Derossi, Adria– no Sofri e Giuliano Mochi mentre, separatamente, stavano tornando a casa. Come si verrà poi a sapere dai giornali, i tre mandati di cattu– ra sono stati firmati 1'11 novembre insieme ad altri due che non ven– gono eseguiti. Non si sa come mai la polizia non abbia arrestato i tre compagni fra 1'11 e il 15, dal mo– mento che dormivano a casa loro e si riunivano regolarmente in po– sti che la polizia conosce assai be– ne, come la sede di via Po 7 e le porte di Mirafiori, dove è sempre presente. Che i mandati siano retro– datati? Lo lascerebbe pensare un a intenso lavorio di cui si hanno mol– te notizie, svoltesi tra Questura, Procura e case private tra il 6 e il 15. I due mandati non eseguiti si riferiscono a Donatella Barazzetti e a Andrea De Candia, quest'ultimo erroneamente ritenuto dalla poli– zia e dai giornali militante di Lot– ta Continua, mentre è iscritto al PSIUP. In carcere, isolati e puniti Sofri e Mochi, inviati subito alle Nuove, vengono divisi e tenuti in cella d'isolamento per 20 giorni, ben oltre i loro interrogatori. Il 18 novembre Adriano Sofri viene sco– perto in possesso di un quaderno, due libri e « alcuni pezzi(?) del gior– nale 'Unità'», che gli vengono se– questrati. Il rapporto disciplinare di un maresciallo dice testualmen– te: « Trattasi di un nuovo arrestato che trovasi ancora isolato per mo– tivi istruttori ed imputato per vio– lenza ed oltraggio a pubblici uffi– ciali, 'maoista'. Pur essendo isolato, cerca di far insinuazioni, sobillare i detenuti delle celle. Propongo pertanto una buona punizione, af– finché sia di monito per l'avvenire». Finito il periodo d'isolamento, Sofri e Mochi vengono messi insieme, ma dopo altri due giorni trasferiti uno a Saluzzo e l'altro a Fossano, nel timore che « sobillassero i de– tenuti ». Analogo provvedimento viene chiesto anche per Laura De– rossi, ma il giudice lo rifiuta e fa tornare anche i due compagni a Torino. Gli atti dell'istruttoria, depositati il 30 dicembre, permettono oggi di chiarire una vicenda che per un mese e mezzo, a causa del segreto istruttorio, era rimasta assoluta– mente misteriosa agli stessi avvo– cati e ai compagni arrestati, e che solo ora si rivela nel suo aspetto una incredibile montatura. Due magistrati, la sera del 6 novem– bre, si sono trovati per caso, sepa– ratamente, nella piazza del Muni– cipio, e vi si sono trattenuti, rispet– tivamente, un'ora l'uno, 40 minuti l'altro. Hanno notato « la presenza di gruppi di persone», alcuni bam– bini (non più di sei) seduti sulla strada, macchine che deviavano perché i manifestanti fischiavano, « niente di anormale ». I vigili: nessuna violenza Tutti i vigili che facevano cordone RE NUDO /11 davanti al portone del Municipio (circa 15), tranne il loro vice co– mandante, ex-graduato dei carabi– nieri, concordano unanimamente con la deposizione di un loro su– periore che afferma tra l'altro. che « non vi fu alcuna azione violenta contro di me e contro i miei dipen– denti: né calci né pugni, ma: solo spinte. Il portone non è stato prati– camente toccato ». I vigili non han– no visto blocco, ma solo tre auto– bus fermi (qualcuno nemmeno quelli). Tutti e tre gli autisti degli autobus fermi sostengono che gli autobus non hanno potuto passare a causa della folla, e concordano nel dire che hanno potuto ripren– dere regolarmente la marcia alle 20.20. Un assessore della DC, sceso per parlare con i manifestanti, si è tro– vato ad essere « sballottato dall'on– deggiamento della gente ». Altri, tra cui un consigliere comunale del P« C »I, un senatore del PSIUP e un sindacalista della CGIL, parlano di « pigia pigia», di « trambusto », ma soprattutto di « nessuna ragione di preoccupazione ». Il senatore Filip– pa testimonia di aver visto Laura Derossi « non vicina, ma lontana » nel momento in cui la gente eserci– tava la maggiore pressione sul por– tone. A parte questo accenno a Laura, nessuno dei testimoni sud– detti ha riconosciuto o notato com– pagni di Lotta Continua. Più gene– ralmente, nessuno ha notato com– pagni che compissero individual– mente azioni di qualche gravità. L'unico accenno a una persona sin– gola si trova nella deposizione di un vigile e si riferisce a « un indi– viduo, che però non saprei ricono– scere, di bassa statura, con capelli radi e grigi, e con alcuni denti man– canti, che si aggirava tra i vari grup– pi incitandoli, dicendo che bisogna– va rimanere sul posto ». Ci sembra molto difficile che questa descri– zione si riferisca a Sofri, a Mochi o a Laura Derossi! Tre proletari di via Sansovino (tra cui ·il presidente del Comitato In– quilini) conoscono Laura Derossi. Due di loro non l'hanno vista alla manifestazione. Una l'ha incontrata alla fine. Il cameriere, interrogato, ha confermato puntualmente di a– vere informato lui i compagni di Lotta Continua, ·incontrati in via Po, che era in atto la manifestazione al Municipio. Dodici compagni di Lotta Continua hanno testimoniato che Sofri e Mo– chi erano in riunione con loro fino alle 20.30 del 6 novembre (gli altri compagni presenti alla riunione non sono stati convocati). Quattro di essi hanno anche testimoniato di aver accompagnato Sofri e Mochi al Municipio a riunione finita. Malgrado tutte queste deposizioni, il giudice istruttore ha negato la scarcerazione per mancanza di in– dizi (la libertà provvisoria non po– teva essere concessa a causa del– l'estrema gravità dei reati conte– stati), e ha rinviato a giudizio Laura Derossi, Donatella Barazzetti, Sofri, Mochi e De Candia per violenza e minacce nei confronti di pubblici ufficiali, aggravate dal numero del– le persone e dal fatto di « avere determinato a commettere il reato dei minori di anni 18, e per avere altresì promosso la cooperazione del reato medesimo e diretto l'at– tività delle persone che vi sono concorse»; nonché per blocco

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