RE NUDO - Anno II - n. 2 - gennaio-febbraio 1971

RE NUDO/ 10 SONO TUTTI D'ACCORDO PER METTERCI FUORI LEGGE Un vecchio comunista disincantato ci ha detto che per lui rinnovare la tessera del P« C »I è come rinnova– re quella del Touring. Una cosa tranquilla, automatica, e previdente in questo periodo di anticamera del P« C »I davanti alla porta del go– verno. Ma se non ha ancora in mano le leve del « potere», il P« C »I, di chi sta al potere, ha già l'astio la pre– potenza e l'arroganza contro le mi– noranze. L'avversione del P« C »I contro i « gruppuscoli » è cosa vecchia, an– zi antica ha seguito in questi ultimi anni tre fasi: all'inizio si è cercato di strumentalizzarli, poi si è fatto come se non esistessero e alla fine si è sferrato l'attacco frontale. Fra le altre sensazioni proviamo anche un sottile brivido di compiacimen– to: « il P« C »I ci attacca, quindi facciamo paura!» L'arresto di Sofri, gli scioperi gene– rali di dicembre e infine la morte di Saltarelli sono stati un po' il banco di prova di quest'ultima fa– se. Se ne sono accorti tutti. Sulla stampa padronale questo nuovo at– teggiamento del P« C »I viene ripe– tutamente illustrato con un sospiro di sollievo (valga per tutti la recen– tissima inchiesta sul P« C »I di Arri– go Levi sulla «Stampa»). L'espresso ha persino organizzato un dibattito sull'argomento in cui l'abile e sci– voloso Pajetta si barcamena grazie soprattutto alla mancanza di un va– lido interlocutore. Sarebbe bastato infatti scegliere il fior fiore della stampa comunista e sbattere il tutto in faccia a Pajetta, ma ecco qua: « Milano Oggi » (foglio locale del P«C»I uscito domenica 13 dicembre dopo la morte di Saltarelli) « In una situazione come l'attuale chiunque si faccia portatore o si lasci coin– volgere in azioni avventuristiche, fa il gioco della reazione e del grande padronato ... Occorre avere presen– te che la reazione e la provocazio– ne si coprono - come l'esperienza dimostra - delle maschere più di– verse per ottenere il loro scopo ». Comunicato sindacale del 13-12 «La CGIL, CISL e UIL in questa delicata fase dello scontro politico e so~ ciale incitano i lavoratori alla più attenta vigilanza di massa e alla più ferma disciplina per far fallire le provocazioni da ogni parte pro– venienti». Dal discorso di Berlinguer a Me– stre il 13-12: «· Le centrali provoca– torie hanno nel gruppi fascisti la ot e no loro manifestazione più scoperta, ma si sono annidate ed infiltrate anche in altri gruppi - apparente– mente opposti - i quali paiono spe– cializzati nel fornire pretesti e co– perture ai peggiori piani antidemo– cratici. ..... Bisogna porre fine una volta per tutte a questa catena di provocazioni». Dall'Unità dicembre « Lavoratori e studenti conduranno vittoriosamen– te le loro battaglie perseguendo giusti obbiettivi con giuste forme di lotta, seguendo le indicazioni delle proprie organizzazioni e rea– gendo con fermezza a tutti quel tentativi della provocazione e del– l'awenturismo anche se essi si na– scondono sotto la maschera 'rivo– luzionaria'». E se è vero che Malagugini comu– nicò in anteprima al Parlamento in che modo era stato ucciso Salta– relli, è anche vero che il P« C »I ha continuato ad insistere sulla linea della duplice causa dei disordini: « il meccanismo della provocazione e « l'uso dissennato delle forze di polizia ». (titolo di Milano Oggi). Da una parte gli opposti estremismi, i disordini, i morti; dall'altra l'imma– gine idilliaca di una società pacifi– cata sulla retta via delle riforme. Schemini rozzi proposti con cupa testardaggine. Ma fino a dove vuole arrivare il P«C»I? Fino a saldarsi con gli am– bienti padronali più retrivi, fino ad appoggiare chiaramente la messa al bando ufficiale della sinistra rivolu– zionaria? Il loro atteggiamento ci pare più sottile, più « togliattiano ». Il P«C»I suggerisce, saranno altri ad agire; il P«C»I marca le ostilità coi gruppi che non riesce a condizio– nare ed esprime pesanti giudizi u– mani e politici sui loro leaders, sa– ranno altri a trarne le conseguenze; il P« C »I sottolinea il suo disimpe– gno totale nei confronti delle mino– ranze: a buon intenditor ... Esempio - Sofri ed altri due mili– tanti di L.C. sono stati arrestati due giorni dopo l'uscita di un velenoso corsivo su Rinascita in cui'- con una volgarità e un malcostume po– litico da lasciare senza fiato - a Sofri si dava dell'imbecille, del di– sonesto, del qualunquista e lo si definiva di volta in volta « fratello scemo del sindaco Battaglia» « lo– quace arconte» « despota » « leo– ne fasullo » ecc. Affermare che è stato l'atteggiamento del P« C »I a spalancare la galera sarebbe male– ducato, però vero. Aveva ragione « nonna » Camilla ,.;Jr. . l .,,. ~ ;~ ~. .t~·\:·i . \ ·:,-J Con lo stile consueto di chi ha la coda di paglia e sa di dire le bugie, l'Unità ha attaccato negli ultimi giorni l'Espresso con un cumulo di insulti per un articolo della Ceder– na in cui si affermava che operai della Pirelli il 13 dicembre durante lo sciopero generale, avevano bru– ciato in piazza Duomo « fogli » del partito e cartelli sindacali. L'Unità intitola il violento corsivo « Le bu– gie dell'Espresso » e accusa di fal– so e di invenzioni provocatorie la Cederna. Beh, noi eravamo lì al Duomo, ab– biamo visto il corteo di Lotta Con– tinua entrare in piazza gridando a squarciagola « Unica riforma è la rivoluzione », abbiamo visto alcune decine di operai della Pirelli strin– gersi intorno a loro, prendere car– telli sindacali, fogli di « Milano Og– gi » e bruciarli agitando i pugni. E c'era anche un compagno foto- '. .. ~. ,l_t;il. .-~ ;~-~ I ;, ~ -~,--t . ~::y· ,, - '':'- _· .... _~:t Jt VI ,,i~ grafo come si può vedere dalle fotografie che pubblichiamo. Una volta, un paio di anni fa successe il contrario: una ventina di sindaca– listi davanti alla Pirelli bruciarono volantini e bandiere dell'Unione dei Comunisti, picchiando anche dei compagni. I tempi cambiano. Se fosse stato due anni fa, proba– bilmente pochi operai avrebbero avuto il coraggio di « scaldarsi » in quel modo e probabilmente i com– pagni di L.C. non ne sarebbero usciti vivi. Ma ancora: i tempi cam– biano. Se è vero che la maggioran– za degli operai ha ignorato l'epi– sodio, è anche vero che i sindaca– listi presenti non hanno avuto il coraggio di intervenire, perché in– sieme coi tempi cambiano anche i rapporti di forza; e allora c'è chi sente il bisogno di ricorrere alle bu– gie, agli insulti, alle provocazioni più volgari.

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