Processo Valpreda - n. 9 - 10 marzo 1972

10 MARZO 1972 PinoRautie De Lorenzo , recidivie contenti Giuseppe • Pino • Rauti si è beccato da Stitz, venticinque capi d'accusa, insieme a Frecla e Ventura. Sono tutte cose che sapevamo già. Anzi forse è opportuno informare chi di dovere su qualche altra notizia e qualche utile in.dicazionc che secondo il • comitato nazionale di lotta sulla strage di stàto • può portare all'arresto· di tutti i colpevoli. Rauti già all'inizio degli anni so'Jinì in galera e ci restò 13 mesi, per attentati compiuti dai F.A.R. (Fasci azione rivoluzionaria, creati da Almirante e Roberto Mieville nel 1946). Gli attentati furono latti a Roma al cinema Galleria, a palazzo Chiq1, all'ambasciata Usii (cercarono di farlo passare come • anarchico •l. alla legazione iugoslava. alle sedi del PRI, del PSU e dell'ANPI di Milano e Srescia. Insieme a Rauti erano imputati (di associazione a delinquere, attentati terroristici, tentata strage, detenzione di esplosivi) FAUSTO GIANFRANCESCHI .(scrive su • Il Tempo•, • Lo Specchio•, • Il borghese •l, JUL/US EVOLA, ALBERTO RIBACCHI (pr,esidente di Europa Civiltà, gruppo fascista finanziato dal Vaticano attraverso Greggi), MARIO G/ONFRIDA (consigliere comunale MSI a Roma; famoso • furbo • che anni fa perse una mano tirando in modo sbagliato una bomba), FRANCO PETRONIO (Msi di Milano). ecc. Stitz quindi non arriva con tre anni di ritardo, ma ventidue. E tutti gli altri? Abbiamo scritto da molto tempo chi è Rauti, organizzatore della strage, agente dei servizi segreti fascisti. Ma eh, sono gli ·amici e i complici di Rauti? Cominciamo dai suoi colleghi de • Il Tempo• che hanno accolto con incredulità la notizia del suo arresto. Il Rauti fascista? Avranno esclamato, relitti del ventennio quali De Marsica. Pettinato. Bon Valsassina e De Stefani. Pino un dinamitardo? Avrà urlato indignato Fausto Gianfranceschi (vedi sopra)? Un agente dei colonnelli greci? Avrà mormorato in preda a sgomento Gino Ragno. segretario della Associazione Amici Forzo Armate e grande amico di Pattakòs. ministro di polizia ad Atene. Agente della Cia1 Chissà come avrà sghignazzato G1orqio Torchia, trafficante c!'arm, e unico giornalista italiano che è stato ospite d, un campo d, berretti verdi in Vietnam. Contatti con il Sifar? Avranno sussurrato stupefattì Ec:gardo Beltrametti e Mino Cauclana, che hanno per caro amico De Lorenzo Caramella. Questa è la redazione de • Il Tempo •. Stitz potrebbe anche incriminarla al completo, se vuol ridarci fiducia nella giustizia. Oggi è toccata a Rauti: bene! A quando Saragat, Restivo, Rumor, Almirante. Agnelli, Pesenti, Borghi. Monti. Henkc, Guida, Allegra, Calabresi, Occorsio, Amati, Cudillo. ecc.? Fiho a quel giorno, per noi, la strage rimane di stato. Giovanni De Lorenzo, noto per portare una« caramella» sull'occhio, e per essere chiamato dai suoi colleghi « un cattivo generale, ma un ottimo agente della CIA .., si presenta alle elezioni con il MSI. De Lorenzo, ex capo del SIFAR, dopo essere andato coi monarchici, ha preferito andarsene (con tutti i suoi fascicoli, molto utili per ricattare uomini politici che il SIFAR spiava) al MSI, con il suo amicone Caradonna. Per «caramella» sarà una campagna elettorale tranquilla? Pensiamo di no, dato quello che gli è capitato due anni fa, durante l'ultima campagna elettorale, a Taranto. Nella piazza dove parlava De Lorenzo, c'erano duecento persone. Tante per un comizio monarchico. Cosa strana però, avevano dei vestiti proletari, assai insoliti per chi vota Savoia. Tutto contento di vedere tanta gente, De Lorenzo comincia a spiare (scusate a parlare). La caramella gli freme sull'occhio. Ma, dopo due parole, arrivé, il primo uovo; gli spettatori erano effettivamente proletari. Allora De Lorenzo compie il gesto che lo immortalerà: gridando « sono un soldato, non mi fate paura » si sbottona sul davanti e offre il petto al nemico. Centinaia di uova lo costringono a cercar rifugio. Soltanto le forze dell'ordine lo salveranno, ubbidendo al suo ordine di caricare e disperdere i sovversivi. Così De Lorenzo può riprendere il suo comizio davanti ai veri monarchici. Sulla piazza però non c'è più nessuno. Fine del comizio. Lagiustiziae i gi~stizieri Vicebrigadiere Nazzareno Giannini, dell'Istituto di vigila11za « Città di Roma », armato di una Be• retta calibro 7,65. Martedì notte ha infilato una pallottola nella schiena di Cosimo Stranieri, 30 anni, padre di tre figli, che armeggiava attorno alle auto parcheggiate in un quartiere residenziale. « Un lavoratore serio, coscienzioso " ha detto il col. Tancredi, dell'Istituto « Città di Roma "· Brigadiere Oscar Finocchietti e appuntato Va5CO Corazzali, in normale servizio di perlustrazione nella zona di Parma, armati di postala e mitra. Mercoledi notte hanno fatto secco un iqnoto, dell'apparente età di 30 anni, che stava trasbordando dei prosciutti da un'auto a un'altra. « Sono deciso a rompere la catena della rapina e del delitto - ha detto il ministro dell'Interno Rumor alla televisione -. Domandiamo ai cittadini comprensione e rispetto per le forze dell'ordine: è gente nostra ». Nessuno lo mette in dubbio. Saranno stati tutti i guai del processo Valpreda a convincerli definitivamente che per ammini5!rure la giustizia il metodo più sicuro e sbrigativo è quello di dare ai poliziotti la licenza di uccidere. Con In scusn s'intende di rompere la catena della rapina e del delitto. 10eca 1no 1anco vn, R~VLUZ~ PARIGI, 25 febbraio - Pierre Overney, studente lavoratore rivoluzionario licenziato dalla Renault, distribuisce v o I a n tini contro le rappresaglie radronali davanti ai cancelli della fabbrica. Il capo delle guardie di fabbrica, il servizio di polizia padronale - alla Fiat sono migliaia, tutti ex poliziotti o ex carabinieri - si avanza, estrae la pistola, e fa fuoco più volte. Il compagno P i e r r e Overney cade ucciso. Il Partito Comunista Francese e la CGT - la CGIL francese - per bocca dei dirigenti sostengono che la colpa è dei rivoluzionari, d'accorcordo con la polizia. Mai l'infamia revisionista si è spinta così a fondo. 26 febbraio - 300 compagni tengono un comizio davanti alla Renault. Manifestazione a Parigi. 29 febbraio - Più di 50 mila compagni sfilano per il centro di Parigi. " Vendicheremo Pierre Overney ». I boia del PCF sono lividi. 1 marzo - Facoltà occupate, lanci di pietre e bottiglie molotov contro diverse filiali della Renault. 2 marzo - Gli assassini della Renault denunciano i giovani operai che hanno fatto aggredire. Il PCF dice che non parteciperò al funerale del compagno Overney. 4 marzo - 200.000 persone accompagnano la salma di Pierre Overney. E' il maggio '68 che si vive. Ma non sono solo studenti, ci sono sopratutto operai, molti immigrati. Parigi è di nuovo coperta di rosso. Di fronte a 200.000 militanti comunisti, il PCF scrive che è stata una manifestazione anticomunista. 8 marzo - Un gruppo clandestino, che porta il nome di Pierre Overney, sequestra il capo del personale della Renault di Billancourt, Robert Nogrette. I compagni che hanno compiuto l'azione dichiarano: « Colui che si vantava di essere la ç1iustizia nel Monopolio Renault, il sig. Nogrette, responsabile dell'assunzione a Billancourt dei killer della volante (le guardie armate) e il principale responsabile dei licenziamenti in tutta la fabbrica, è stato arrestato sta man i dal gruppo Pierre Overney. Noi rappresentiamo la legge del popolo di fronte a chi vuol far regnare il terrore nella più IL GOVERNO FUORILEGGE - Ecco Rumor che va di corsa a spezzare la catena delle rapine e dei delitti. Lui di delitti se ne intende. Era capo del gcverno al tempo dei morti di Avola, di Battipaglia, e della strage di Milano. Chi è più competente di lui ad amministrare l'ordine pubblico nel governo Andreotti? TZIA RA si dopo l'assassinio di Billancourt. Non avremo nessuna pietà per i fascisti che assassinano a sangue freddo un lavoratore di ventitre anni ». I sindacati e il PCF condannano l'azione. Noi diciamo che la giustizia proletaria si fa strada. Nelle voci che gridano « vendicheremo Overncy », e nelle braccia che colpiscono gli agenti criminali del cnpitalismo. Milano, 8 marzo - La questura denuncia l'esecutivo di Lotta Continua per istigazione a delinquere e apologia di reato. Lotta Continua aveva detto: « Idalgo Macchiarini, dirigente della SitSiemens, in forza nella fabbrica come capo, spia e provocatore, è stato catturato venerdì pomeriggio, processato e punito. Nella mattinata un corteo all'interno della fabbrica aveva cercato di raggiungere l'ufficio per fargli sentire il peso della propria for2d e del proprio odio di classe. Noi riteniamo che questa azione si inserisca coerentemente nella volontà generai izzata del le masse di condurre la lotta di classe anche sul terreno della violenza e della illegalità. Il processo e la punizione dei diriqenti è pratica costante della lotta operaia, è momento significativo dell'opposizione alle gerarchie capitalistiche in fabbrica e fuori, è condizione essenziale per difendere le conquiste della classe operaia. Noi ribadiamo quindi che l'episodio Macchiarini è un momento dello scontro di classe in atto oggi, che unisce strettaLa verità N.9 grande fabbrica di Francia. Esigiamo la liberazione immediata di tutti i nostri compagni arrestati dopo l'omicidio di Billancourt, chiediamo la reintegrazione di tutti gli operai licenziati o sospemente episodi come lo sbullonamento dei binari dell'Alfa Romeo, e l'attacco contro i capi alla Siemens e alla Pirelli, allc1 lotta di massa operaia e proletaria ». Che vuol dire questa denuncia? Forse che non è vero, come vorrebbero anche qui i dirigenti dei sindacati e del PCI, che « il processo e la punizione dei dirigenti è pratica costante della lotta operaia »? Forse che non è vero che l'azione diretta « è condizione essenziale per difendere le conquiste della classe operaia »? La verità è che i padroni hanno paura. Paura del proletariato che comincia a colpirli direttamente, a fare giustizia. La giustizia è affare loro, è quella della strage di stato, di Felice Riva, delle monache assassine e torturatrici assolte, dei ladruncoli massacrati dalla polizia. La giustizia proletaria va avanti, nella lotta di massa e nell'azione dì avanguardia. A Parigi come a Belfast come a Milano. Viva la giustizia proletaria. J:' uscilo: AGNELLIHAPAURA E PAGALAQUESTURA la verità sul dossier FIATpubblicaladaLolla Continua. Chiedeteloa Via S. Pro• spero, 4 • Milano, e nelle librerie. scolasticasott'acqua Una scuola utile, ordinanata, pacifica. E' il sogno del ministro della pubblica istruzione. cli lutti quelli eh~ amano il latino e l'ordine, p, odiano gli studenti e la loro lotta. Una scuola utile? L'unico esempio ci sembra venga da Bolzano dove gli alunni di 25 classi dell'istituto commerciale « Ballisti » hanno sospeso i professori per una settimana e fanno lezione da soli: non impareranno come i Romani hanno oppresso il resto del mondo, ma hanno imparato come ci si libera (per ora solo per 7 giorni) dei propri oppressori. Una scuola ordinata? Una volta cacciati i professori tutto va in modo molto più calmo. Finché c'erano i professori, arrivavano ogni tre minuti i poliziotti, ed è noto che la polizia crea un gran disordine. Una scuola pacifica? Certo se tutti i padroni e i loro servi aecettassero di farsi sospendere a tempo indetermin;ito, non solo la scuola m:1 anche la società diventerebl){' molto più pacifica. Non ci sarebbe neanche hiso~no di hrc- la rivoluzione. Agnelli h'.1 rollo i coglioni? Sospeso ( e a letto senza cl roga) e niente vacanze in nanfilo (e siccome Agnelli fa vacanza tutto l'anno ...) Leone, pure lui? Sospeso. e torni accompagnato dai genitori. In~omma un'ottima scuola. Cosa ne pensa Misasi? Ma in fondo che ci importa cosa pensa !Vli~asi? E' stato sospeso per « mafia», e torni solo se accompagnato da Scaglione. Misasi la cosa più intelligente che ha pensato è questa. Un giorno è stato intert'istato sui suo hobbies. cioè su come passa il tempo li- /Jero. che gli resta quando ha finito di spedire nelle scuole circolari e poliziotti e si parlava delle sue attività cli sub (subacqueo). Il ç,iornalista chiede « Lei è un sub eccezionale? » e Misasi risponde 11 No. sono solo un su/J-normale ». La verità trionfa sempre. St1P1'1 10men:o n • I n1tn Continua •• Ronl• st,11.;-lon~dP.I Ti 1tnnaln di Torino n. ?(1.12 ,tr.l 1511 t,IJ • Oir Aup \llamprnrrl MuQ11lnl TlpQLito DAPC..:U Via U!11Jdolo,8 ROt,iA

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