Processo Valpreda - n. 9 - 10 marzo 1972

Lire 30 , SOPRA: Robert Negrette capo del personale della Renault, quando credeva di fare tranquillamente l'aguzzino per il resto dei suoi giorni. A SINISTRA: Il dottor Idalgo Macchiarini quando ha perso la sua sicurezza nelle mani della giustizia rivoluzionaria: la faccia della paura. 10 MARZO 1972 N.9 ■ ■ ■ IL SEQUESTRODI DIRIGENTI DELLASIT - SIEMENSEDELLARENAULT: la giustizia rivoluzionaria . . commc1a a far paura Le imprese di PinoRauti e le disavventure di De Lorenzo Bolzano: sospesii professoridi una scuola Valpredacandidato: è unasceltagiusta? Sembra che Valpreda abbia accettato la candidatura nelle liste del Manifesto. Quale dev'essere il nostro atteggiamento rispetto a questa decisione? Vedjamo prima di tutto i fatti. Ancora pochi giorni fa, Valpreda era del tutto lontano dall'appoggiare l'idea di una sua candidatura. La sua zia, una delle persone più ricche di simpatia che conosciamo. aveva tagliato corto assai sbrigativamente. ..No, aveva detto, Pietro al parlamento non ci va. Lui la cravatta non se la metterebbe mai•. Che cosa ha modificato questo atteggiamento? Chiaramente, -l'atto arbitrario e politico con il quale il processo è stato soffocato e rinviato alle calende greche, o comunque a una situazione futura che con la Grecia potrebbe avere molto da spartire. Col processo aperto, sia pure un processo montato •illegalmente, con un P. M. che Valpreda ha chiamato "boia e assassino", con un presidente compromesso dalle più scoperte collusioni col neofascismo e il potere politico, col processo aperto Valpreda e gli altri imputati sapevano di contare sulla lotta e la denuncia di massa in tutta Italia, sulla forza della verità e dello schieramento di classe deciso a sostenerla. Ma Andreotti e il suo governo fuorilegge, i gerarchi della magistratura e dell'ordine pubblico hanno deciso diversamente. Ricordandoci, e ricordando a tutti, che comandano loro. «Non vogliamo affrontare le elezioni nella v'é?Stedi imputati di strage - hanno detto - dunque basta con questo processo. Valpreda può aspettare e magari morire nel frattempo•. Un ragionamento di ammirevole rigore, fondato com'è sulla dimostrazione che l'unica legge di questa società, al di là di codici e costituz;one, è la legge della giungla. I riformisti, quelli che invece si appellano alle leggi e alla loro osservanza, i dirigenti del PCI che hanno fatto del processo un'occasione elettorale, e hanno rifiu. rato di mobilitare i proletari neHe piazze, gli avvocati del PCI e del PSIUP, che non si sono stancati mai di fare la riverenza a Occorsio e alla Corte per contrail, IU rare andamento ed esito del processo, tutti costoro, di fronte alla brutalità dell'apparato statale da un fato, alla forza del-la mobilitazione proletaria dall'altro, sono finiti come il vaso di coccio tra due vasi di ferro. In frantumi. L'unico requiem che si meritano è dedicato al loro mirabile cinismo. •Finalmente stanotte si dorme•, è stato il commento pnivato dell'avv. Calvi, difensore di Valpreda, alila decisione di rinvio del processo. A Regina Coeli, quella notte, l'anarchico Valpreda avrebbe stentato a prender sonno. E ora, alla notizia del-la pre. sentazione elettorale di Va'lpreda, i suoi difensori PCI hanno superato se stessi: minacciando di abbandonare la sua difesa - una difesa che, cosi come si è svolta in questi anni, richiama il detto «dagli amici mi guardi dio, ch:.i da Occorsio mi guardo io• - e commentando: •E' pazzo: lo ammazzano dopo tre giorni". Ebbene, noi crediamo che la decisione elettorale del governo di soffocare il processo abbia convinto Valpreda che era giusto continuare la battaglia per l'affermazione della verità, per rovesciare il gioco sporco dei potenti, accettando la propria candidatura. Qualunque sia lo sviluppo di questa •scelta, sta di fatto che essa disHugge il tentativo di rimuovere la strage di stato dallo scontro sulle elezioni, di ricacciare Valpreda in una cella di carcere, a scrivere poesie e ad aspettare che la giustizia lo riconvochi. Sta di fatto che essa spaventa tutti i potenti e gli agenti di professione de'ila borsa parlamentare. Sta di fatto che essa non ripercorre la via puttanesca dell'utilizzazione rivo. luzionaria del parlamento e della democrazia borghese, ma la ridicolizza. Oui sta il punto. Valpreda eletto per affermare il sostegno di massa alla verità sulla strage di stato, Valpreda eletto per essere tratto fuori di galera è ben altra cosa dall'accettazione politica della partecipazione elettora,Je come strumento della fotta di olasse. Che cosa siano per noi le elezioni, l'abbiamo detto più volte. Che cosa siano in particolare queste elezioni, nel loro comp'lesso, un'arma rivolta contro la lotta di massa, i suoi obiettivi, la sua organizzazione e la sua generalizzazione, ,l'abbiamo detto ancora più chiaro. E che noi siamo contro la campagna elettorale, i'I suo ruolo repressivo più ancora che diversivo, e che non ci contiamo ,né nelle •schede elettorali né nel numero delle astensioni, perché ci contiamo nelle fabbriche, ne-l'le scuole, -nei quartieri e nelle strade, là dove il programma de'ila fotta proletaria si fa forza materiale e decisione di massa, democrazia proletaria. Abb'iamo detto che non voteremo, e che fare,mo della campagna elettorale una campagna di attacco allo stato e alle sue istituzioni, ai fascisti vecchi e nuovi, al'le complicità dei revisionisti; e di chiarificazione, realizzazione e organizzazione del programma politico dei bisogni ,proletari. Su questo non abbiamo bisogno di molte parole, chè si tratta di una discriminante fondamentale fra noi e i revisionisti. Compresi gli orfanelli del PCI, gli ultimi arrivati al grande magazzino, i signori del Manifesto. Perché con la scelta elettorale il Manifesto ha finalmente saltato il fosso su cui pretendeva di stare in bilico, un piede di qua e uno di ià. Ha dato coerenza al suo giudizio disfattista sulla fotta di classe in Italia, ha confessato la sua estraneità alla •lotta e all'organizzazione di massa, per rifugiarsi •nel più confortevole salotto delle •istituzioni, ha preso le distanze dalle avanguardie rivoluzionarie per offrirsi vestito a festa ai cittadini elettori. E' un gruppo che vuole contare, e quale migliore occasione che quella di contare voti? E se saranno tanti, un editoriale sul trionfo della sinistra di classe. E se saranno pochi, un editoriale che ricorda come non nei voti ma nelle lotte i proletari si contano. La capra e i cavoli da sempre ben conservati nel frigorifero dell'opportunismo. Le liste del Manifesto si aprono cosi a Valpreda, come a un po' di ,par.Jamentari uscenti, a qualche nome noto della cultura mondana, a qualche proletario, in un cocktail di antica sapienza. Valpreda diventa un ingrediente del concorso elettorale, e non il punto di riferimento di una lotta politica determinata, che si svolge sul terreno stesso dei regolamenti accessori della democrazia borghese. Lo stesso discorso vale per il progetto di mettere in lista altri detenuti politici o proletari denunciati: un alibi mistificante che rinnega la forza della lotta di classe, e assomiglia molto a un soviet di crocerossine. Tutto questo mentre non una parola è stata spesa a favore della campagna per la amnistia, e molte ne sono state versate a disquisire Gulla delinquenza dei delinquenti. Dopo la sottrazione indegna del processo, la presentazione di Valpreda è giusta. Essa non annega nella genericità del salvataggio di un pugno di detenuti politici alle grinfie della giustizia borghese, né si riduce alla pur decisiva motivazione per cui Valpreda dev'essere tirato fuori dalla sua cella. E del resto questa possibilità è negata ai coimputati, vittime egualmente innocenti - salvo il fascista Merlino - della congiura di stato. La presentazione di Valpreda è giusta, perché consente di raccogliere e sanzionare la denuncia di massa contro la strage di stato, di rovesciare la manovra elettorale che ha unito governanti, magistrati e avvocati nella paura del processo, di ricoprire di irrisione proletaria quello strumento corporativo, quell'autorizzazione a delinquere che è l'immunità parlamentare. Non si tratta di cadere nella rete della democrazia borghese, allo stesso modo che non vi cade l'operaio di un altoforno che, applicando alla lettera le norme di sicurezza, fa sballar.3 la produzione e schernisce la falsità ipocrita di quelle norme. Se Valpreda fosse stato presentato in una lista autonoma, incentrata sulla denuncia della strage di stato, la chiarezza e l'efficacia sarebbero state ben maggiori. Cosi non è. Ma la sostanza non può cambiare. A noi dei voti che prenderà il Manifesto e dell'uso che ne farà importa tanto quanto di sapere se Luigi Pintor ha un foruncolo sull'orecchio. Noi non voteremo e condurremo la nostra campagna. Nella circoscrizione in cui Pietro Valpreda, il simbolo - un simbolo in carne e ossa, col suo coraggio e con le sue miserie - della violenza criminale dello stato, verrà presentato, noi voteremo per Pietro Valpreda.

10 MARZO 1972 PinoRautie De Lorenzo , recidivie contenti Giuseppe • Pino • Rauti si è beccato da Stitz, venticinque capi d'accusa, insieme a Frecla e Ventura. Sono tutte cose che sapevamo già. Anzi forse è opportuno informare chi di dovere su qualche altra notizia e qualche utile in.dicazionc che secondo il • comitato nazionale di lotta sulla strage di stàto • può portare all'arresto· di tutti i colpevoli. Rauti già all'inizio degli anni so'Jinì in galera e ci restò 13 mesi, per attentati compiuti dai F.A.R. (Fasci azione rivoluzionaria, creati da Almirante e Roberto Mieville nel 1946). Gli attentati furono latti a Roma al cinema Galleria, a palazzo Chiq1, all'ambasciata Usii (cercarono di farlo passare come • anarchico •l. alla legazione iugoslava. alle sedi del PRI, del PSU e dell'ANPI di Milano e Srescia. Insieme a Rauti erano imputati (di associazione a delinquere, attentati terroristici, tentata strage, detenzione di esplosivi) FAUSTO GIANFRANCESCHI .(scrive su • Il Tempo•, • Lo Specchio•, • Il borghese •l, JUL/US EVOLA, ALBERTO RIBACCHI (pr,esidente di Europa Civiltà, gruppo fascista finanziato dal Vaticano attraverso Greggi), MARIO G/ONFRIDA (consigliere comunale MSI a Roma; famoso • furbo • che anni fa perse una mano tirando in modo sbagliato una bomba), FRANCO PETRONIO (Msi di Milano). ecc. Stitz quindi non arriva con tre anni di ritardo, ma ventidue. E tutti gli altri? Abbiamo scritto da molto tempo chi è Rauti, organizzatore della strage, agente dei servizi segreti fascisti. Ma eh, sono gli ·amici e i complici di Rauti? Cominciamo dai suoi colleghi de • Il Tempo• che hanno accolto con incredulità la notizia del suo arresto. Il Rauti fascista? Avranno esclamato, relitti del ventennio quali De Marsica. Pettinato. Bon Valsassina e De Stefani. Pino un dinamitardo? Avrà urlato indignato Fausto Gianfranceschi (vedi sopra)? Un agente dei colonnelli greci? Avrà mormorato in preda a sgomento Gino Ragno. segretario della Associazione Amici Forzo Armate e grande amico di Pattakòs. ministro di polizia ad Atene. Agente della Cia1 Chissà come avrà sghignazzato G1orqio Torchia, trafficante c!'arm, e unico giornalista italiano che è stato ospite d, un campo d, berretti verdi in Vietnam. Contatti con il Sifar? Avranno sussurrato stupefattì Ec:gardo Beltrametti e Mino Cauclana, che hanno per caro amico De Lorenzo Caramella. Questa è la redazione de • Il Tempo •. Stitz potrebbe anche incriminarla al completo, se vuol ridarci fiducia nella giustizia. Oggi è toccata a Rauti: bene! A quando Saragat, Restivo, Rumor, Almirante. Agnelli, Pesenti, Borghi. Monti. Henkc, Guida, Allegra, Calabresi, Occorsio, Amati, Cudillo. ecc.? Fiho a quel giorno, per noi, la strage rimane di stato. Giovanni De Lorenzo, noto per portare una« caramella» sull'occhio, e per essere chiamato dai suoi colleghi « un cattivo generale, ma un ottimo agente della CIA .., si presenta alle elezioni con il MSI. De Lorenzo, ex capo del SIFAR, dopo essere andato coi monarchici, ha preferito andarsene (con tutti i suoi fascicoli, molto utili per ricattare uomini politici che il SIFAR spiava) al MSI, con il suo amicone Caradonna. Per «caramella» sarà una campagna elettorale tranquilla? Pensiamo di no, dato quello che gli è capitato due anni fa, durante l'ultima campagna elettorale, a Taranto. Nella piazza dove parlava De Lorenzo, c'erano duecento persone. Tante per un comizio monarchico. Cosa strana però, avevano dei vestiti proletari, assai insoliti per chi vota Savoia. Tutto contento di vedere tanta gente, De Lorenzo comincia a spiare (scusate a parlare). La caramella gli freme sull'occhio. Ma, dopo due parole, arrivé, il primo uovo; gli spettatori erano effettivamente proletari. Allora De Lorenzo compie il gesto che lo immortalerà: gridando « sono un soldato, non mi fate paura » si sbottona sul davanti e offre il petto al nemico. Centinaia di uova lo costringono a cercar rifugio. Soltanto le forze dell'ordine lo salveranno, ubbidendo al suo ordine di caricare e disperdere i sovversivi. Così De Lorenzo può riprendere il suo comizio davanti ai veri monarchici. Sulla piazza però non c'è più nessuno. Fine del comizio. Lagiustiziae i gi~stizieri Vicebrigadiere Nazzareno Giannini, dell'Istituto di vigila11za « Città di Roma », armato di una Be• retta calibro 7,65. Martedì notte ha infilato una pallottola nella schiena di Cosimo Stranieri, 30 anni, padre di tre figli, che armeggiava attorno alle auto parcheggiate in un quartiere residenziale. « Un lavoratore serio, coscienzioso " ha detto il col. Tancredi, dell'Istituto « Città di Roma "· Brigadiere Oscar Finocchietti e appuntato Va5CO Corazzali, in normale servizio di perlustrazione nella zona di Parma, armati di postala e mitra. Mercoledi notte hanno fatto secco un iqnoto, dell'apparente età di 30 anni, che stava trasbordando dei prosciutti da un'auto a un'altra. « Sono deciso a rompere la catena della rapina e del delitto - ha detto il ministro dell'Interno Rumor alla televisione -. Domandiamo ai cittadini comprensione e rispetto per le forze dell'ordine: è gente nostra ». Nessuno lo mette in dubbio. Saranno stati tutti i guai del processo Valpreda a convincerli definitivamente che per ammini5!rure la giustizia il metodo più sicuro e sbrigativo è quello di dare ai poliziotti la licenza di uccidere. Con In scusn s'intende di rompere la catena della rapina e del delitto. 10eca 1no 1anco vn, R~VLUZ~ PARIGI, 25 febbraio - Pierre Overney, studente lavoratore rivoluzionario licenziato dalla Renault, distribuisce v o I a n tini contro le rappresaglie radronali davanti ai cancelli della fabbrica. Il capo delle guardie di fabbrica, il servizio di polizia padronale - alla Fiat sono migliaia, tutti ex poliziotti o ex carabinieri - si avanza, estrae la pistola, e fa fuoco più volte. Il compagno P i e r r e Overney cade ucciso. Il Partito Comunista Francese e la CGT - la CGIL francese - per bocca dei dirigenti sostengono che la colpa è dei rivoluzionari, d'accorcordo con la polizia. Mai l'infamia revisionista si è spinta così a fondo. 26 febbraio - 300 compagni tengono un comizio davanti alla Renault. Manifestazione a Parigi. 29 febbraio - Più di 50 mila compagni sfilano per il centro di Parigi. " Vendicheremo Pierre Overney ». I boia del PCF sono lividi. 1 marzo - Facoltà occupate, lanci di pietre e bottiglie molotov contro diverse filiali della Renault. 2 marzo - Gli assassini della Renault denunciano i giovani operai che hanno fatto aggredire. Il PCF dice che non parteciperò al funerale del compagno Overney. 4 marzo - 200.000 persone accompagnano la salma di Pierre Overney. E' il maggio '68 che si vive. Ma non sono solo studenti, ci sono sopratutto operai, molti immigrati. Parigi è di nuovo coperta di rosso. Di fronte a 200.000 militanti comunisti, il PCF scrive che è stata una manifestazione anticomunista. 8 marzo - Un gruppo clandestino, che porta il nome di Pierre Overney, sequestra il capo del personale della Renault di Billancourt, Robert Nogrette. I compagni che hanno compiuto l'azione dichiarano: « Colui che si vantava di essere la ç1iustizia nel Monopolio Renault, il sig. Nogrette, responsabile dell'assunzione a Billancourt dei killer della volante (le guardie armate) e il principale responsabile dei licenziamenti in tutta la fabbrica, è stato arrestato sta man i dal gruppo Pierre Overney. Noi rappresentiamo la legge del popolo di fronte a chi vuol far regnare il terrore nella più IL GOVERNO FUORILEGGE - Ecco Rumor che va di corsa a spezzare la catena delle rapine e dei delitti. Lui di delitti se ne intende. Era capo del gcverno al tempo dei morti di Avola, di Battipaglia, e della strage di Milano. Chi è più competente di lui ad amministrare l'ordine pubblico nel governo Andreotti? TZIA RA si dopo l'assassinio di Billancourt. Non avremo nessuna pietà per i fascisti che assassinano a sangue freddo un lavoratore di ventitre anni ». I sindacati e il PCF condannano l'azione. Noi diciamo che la giustizia proletaria si fa strada. Nelle voci che gridano « vendicheremo Overncy », e nelle braccia che colpiscono gli agenti criminali del cnpitalismo. Milano, 8 marzo - La questura denuncia l'esecutivo di Lotta Continua per istigazione a delinquere e apologia di reato. Lotta Continua aveva detto: « Idalgo Macchiarini, dirigente della SitSiemens, in forza nella fabbrica come capo, spia e provocatore, è stato catturato venerdì pomeriggio, processato e punito. Nella mattinata un corteo all'interno della fabbrica aveva cercato di raggiungere l'ufficio per fargli sentire il peso della propria for2d e del proprio odio di classe. Noi riteniamo che questa azione si inserisca coerentemente nella volontà generai izzata del le masse di condurre la lotta di classe anche sul terreno della violenza e della illegalità. Il processo e la punizione dei diriqenti è pratica costante della lotta operaia, è momento significativo dell'opposizione alle gerarchie capitalistiche in fabbrica e fuori, è condizione essenziale per difendere le conquiste della classe operaia. Noi ribadiamo quindi che l'episodio Macchiarini è un momento dello scontro di classe in atto oggi, che unisce strettaLa verità N.9 grande fabbrica di Francia. Esigiamo la liberazione immediata di tutti i nostri compagni arrestati dopo l'omicidio di Billancourt, chiediamo la reintegrazione di tutti gli operai licenziati o sospemente episodi come lo sbullonamento dei binari dell'Alfa Romeo, e l'attacco contro i capi alla Siemens e alla Pirelli, allc1 lotta di massa operaia e proletaria ». Che vuol dire questa denuncia? Forse che non è vero, come vorrebbero anche qui i dirigenti dei sindacati e del PCI, che « il processo e la punizione dei dirigenti è pratica costante della lotta operaia »? Forse che non è vero che l'azione diretta « è condizione essenziale per difendere le conquiste della classe operaia »? La verità è che i padroni hanno paura. Paura del proletariato che comincia a colpirli direttamente, a fare giustizia. La giustizia è affare loro, è quella della strage di stato, di Felice Riva, delle monache assassine e torturatrici assolte, dei ladruncoli massacrati dalla polizia. La giustizia proletaria va avanti, nella lotta di massa e nell'azione dì avanguardia. A Parigi come a Belfast come a Milano. Viva la giustizia proletaria. J:' uscilo: AGNELLIHAPAURA E PAGALAQUESTURA la verità sul dossier FIATpubblicaladaLolla Continua. Chiedeteloa Via S. Pro• spero, 4 • Milano, e nelle librerie. scolasticasott'acqua Una scuola utile, ordinanata, pacifica. E' il sogno del ministro della pubblica istruzione. cli lutti quelli eh~ amano il latino e l'ordine, p, odiano gli studenti e la loro lotta. Una scuola utile? L'unico esempio ci sembra venga da Bolzano dove gli alunni di 25 classi dell'istituto commerciale « Ballisti » hanno sospeso i professori per una settimana e fanno lezione da soli: non impareranno come i Romani hanno oppresso il resto del mondo, ma hanno imparato come ci si libera (per ora solo per 7 giorni) dei propri oppressori. Una scuola ordinata? Una volta cacciati i professori tutto va in modo molto più calmo. Finché c'erano i professori, arrivavano ogni tre minuti i poliziotti, ed è noto che la polizia crea un gran disordine. Una scuola pacifica? Certo se tutti i padroni e i loro servi aecettassero di farsi sospendere a tempo indetermin;ito, non solo la scuola m:1 anche la società diventerebl){' molto più pacifica. Non ci sarebbe neanche hiso~no di hrc- la rivoluzione. Agnelli h'.1 rollo i coglioni? Sospeso ( e a letto senza cl roga) e niente vacanze in nanfilo (e siccome Agnelli fa vacanza tutto l'anno ...) Leone, pure lui? Sospeso. e torni accompagnato dai genitori. In~omma un'ottima scuola. Cosa ne pensa Misasi? Ma in fondo che ci importa cosa pensa !Vli~asi? E' stato sospeso per « mafia», e torni solo se accompagnato da Scaglione. Misasi la cosa più intelligente che ha pensato è questa. Un giorno è stato intert'istato sui suo hobbies. cioè su come passa il tempo li- /Jero. che gli resta quando ha finito di spedire nelle scuole circolari e poliziotti e si parlava delle sue attività cli sub (subacqueo). Il ç,iornalista chiede « Lei è un sub eccezionale? » e Misasi risponde 11 No. sono solo un su/J-normale ». La verità trionfa sempre. St1P1'1 10men:o n • I n1tn Continua •• Ronl• st,11.;-lon~dP.I Ti 1tnnaln di Torino n. ?(1.12 ,tr.l 1511 t,IJ • Oir Aup \llamprnrrl MuQ11lnl TlpQLito DAPC..:U Via U!11Jdolo,8 ROt,iA

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==