Mario Alberti - Adriatico e Mediterraneo

- 18 - rendere impossibile a Trieste di sostenere la concorrenza dei porti settentrionali. Dopo oltre un cinquantennio di continue petizioni dei triestini, e soltanto per considerazioni d'ordine militare, il governo austriaco si decise a costruire una più razionale linea ferroviaria da Vienna a Trieste che fu compiuta ed aperta al traffico appena qualche anno fa (linea dei Tauri). Ma ecco che il beneficio che ne sarebbe dovuto derivare al commercio triestino è menomato dalla irrazionale ed antitriestina politica delle tariffe ferroviarie (in Austria grandissima parte della rete ferroviaria è gestita dallo Stato). Ciò fu constatato dallo stesso senatore austriaco Escher, il quale in un discorso alla Camera alta di Vienna pronunciò le seguenti testuali parole : « Anche dopo la costruzione della ferrovia dei Tauri, le condizioni sono le seguenti: la sfera è'azione e d'influenza dell'emporio triestino trova nella direzione verso l'Europa Centrale una barriera all'altezza di Praga, barriera che va da Praga al confine boemo-b<1varese, oltre Norimberga e Monaco, fino al lago di Costanza. E' al di là di questa barriera commerciale che si trovano i territori ricchi, popolosi, industriali; ma in essi la sfera d'attrazione dell'emporio triestino non può entrare, essi gravitano verso Amburgo, Anversa, Rotterdam ed il grande traffico s'incanala per questi tre grandi porti nordici, nonostante Amburgo sia, in confronto di Trieste, lontano da Suez più di 2000 miglia e Rotterdam oltre 1500 miglia marittime. Perchè le merci preferiscono la via più !unga alla più breve? Si tratta di tariffe ». Neppure nei riguardi d~lla navigazione l'Austria seppe razionalmente assecondare gli sforzi degli armatori triestini, istriani e dalmati. Basti riflettere che in occasione della presentazione degli statuti del Lloyd austriaco per la approvazione governativa, il presidente di polizia di Trieste sottoponeva all'imperatore un rapporto, in cui manifestava il timore che sotto il manto dell'impresa economica si celassero condannevoli scopi politici ed il Governatore di Trieste dichiarava rhe l'impresa era un giuoco, « eine Spielerei ». E veniamo infine all'influenza esercitata dal regime doganale austriaco sulle sorti commerciali di Trieste. li regime doganale del 1906 soffocò alcuni redditizi e Biblioteca Gino Bianco

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