Carlo Errera - Il confine fra Italia e Austria

- 31 - - più consentanee, dico, alle nostre aspirazioni l'una o l'altra di queste due linee, di quel che non possa essere la lin~a occidentale cadente alla punta di Fianona, poichè solo con una frontiera condotta arditamente Q sud-est del Monte Nevoso pub '111'It:alia aggiungersi, assicurata contro ogni offesa nemica, Fiume, la cittadella più avanzata dell'italianità nella Venezia Giulia, l'estrema rocca fronteggiante coi suoi 30.000 italiani l'impeto primo delle insidie croate e delle violenze magiare (*). Conoluslone. Tale dunque quale a~biamo a lungo descritto prima, la frontiera separante oggi lo stato italiano dalla monarchia austro-ungarica. Tale quale abbiamo disegnato e discusso poi, la frontiera che dovrà costituire la separazione dei due stati in un futuro che auguriamo, che vogliamo vicino. Debole e miserevole la prima, - la più debole, in gran parte, la più miserevole che mai potesse toccare in sorte a uno stato indipend~nte, - e perdipiù condotta così da recidere dalla patria le sue membra vive, condannando 800.000 italiani a vivere sotto un governo straniero deliberato a straziare e ad uccidere in loro parola, pensiero e spirito italiani. Forte e sicura la seconda, - idealmente forte, quasi dapertutto, e sicura quale a pochi altri stati potr~bbe toccare in sorte, - e p~rdipiù adempiente per intiero al voto nazionale che chiede sia finalmente patria a tutti gl 'italiani l'Italia. Pure non d'Italiani soli - conviene qui dirlo - sarà patria l'Italia, quando la cinga la rinnovata frontiera. L'impossibilità di arrestare i termini del Regno là dove precisamente hanno fine i parlanti italiano, trarrà Croati dell'Istria interna e della sponda del Quarnero, (•) Delle isole ciel Quarnero, che oggi fan parte amministrativamente dell'Istria, verrebbero ad appartenere all'Italia Cherso e lussin se il confine dovesse cade~e alla punta di Fianona, ma anche Veglia se il confine passasse oltre Fiume. B,blioteca Gino Bianco

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