Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

Lubrano ai suoi contemporanei, che furono le vostre fastose dimore, le vostre gloriose chiese, le vostre superbe regge, queste e non altre sono le rovine del mio «paesaggio»; se ogni fondo, o fondale, nasconde un'infinità di tombe, per tutti gl'imprevedibili futuri lettori ai quali toccherà di leggere i miei versi, in queste dunque accomodatevi! L'iniziale tropo da solo vale dunque a configurare l'intero paesaggio: non si tratta della classica sineddoche del locus a maiore ad minus, quella che esprime la specie con il genere, e che fa degli uomini i mortales. Gli uomini tutti non sono qui i destinati alla morte o coloro ai quali la morte fa da fedele compagna; non è dunque nel tempo che regola il trapasso fra il modificatore che qualifica nell'attesa dell'evento dissolutore (mortale) e quello participiale, che segna il già avvenuto (morto), che la specie s'individua. È piuttosto nella qualità stessa, nell'essere cioè mortalità, o propriamente addirittura la stessa morte, che risiede l'estremo senso dell'uomo, quello che crea comunità. Ma ad una sola condizione: che, perché il tropo si completi, si aggiungano le due interrogative retoriche in qualche modo dichiarate e contraddette dallo stesso sostantivo posto in prima battuta. Tu che sei la mortalità che sogna, dice Lubrano, che sogna la vittoria sulla mortalità, tu quanto vanamente sogni. E tu che sei la mortalità che si nasconde, che si nasconde al debito della mortalità, tu quanto inutilmente ti nascondi. Perché sognare equivale a sognare di sopravvivere, nelle grandi pompe ad esempio, e nascondersi piuttosto difendersi da un'infinità di piccoli prolettici insulti, da quelli del freddo, del caldo, dei malanni. E se la mortalità che sogna è l'arte ripiegata su se stessa, è l'arte dunque come antidoto, vale a dire il fasto, quella che si nasconde e sogna è invece architettura, voglia d'eternità concetta nelle pietre, presto abbattuta da un «alito di fato» («E pur v'è fasto al mondo? E pur superbe I sognano eternità l'umane voglie?», aveva 14

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