Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

"Naturale" e "sincerità" nell'''lnstitutio oratoria'' di Quintiliano Nessuno è forse mai stato abbastanza sincero per dire cos'è la sincerità Nietzsche Il potere della retorica, almeno da Platone in poi, è sempre risultato sospetto, tanto che, per secoli, le sirene del ben dire hanno avuto accesso all'eloquenza e alla pratica delle Lettere solo a condizione di servire una causa morale, che in questo modo autorizzasse, mediante questa rassicurante garanzia, il diritto a godere dell'arte: evidentemente, l'uso della parola comporta un'efficacia ambigua, preoccupante; ancor più preoccupante, si direbbe, quando essa si appella alla verità, alla morale, o alla sincerità. Mi ricordo di aver letto, nella Spiegazione dei sogni di Artemidoro, che siccome una donna incinta sogna d'aver partorito un serpente, l'autore ne conclude che questo figlio fu un eccellente oratore, divenuto famoso, poiché il serpente ha la lingua biforcuta, come l'oratore. La lingua - diceva S. Bernardo - si chiama cosl perché lecca. Lecca se vuole lusingare, morde quando è maldicente, lega ma non può essere legata: è lubrica, e non !a si può trattenere: è sfuggente e ingannatrice. E scivolosa come l'anguilla, acuminata come la freccia; è dolce e scaltra, gene227

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