Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

1 5 S. Solmi, Montale 1925, in Id., Scrittori negli anni, cit., pp. 19-24, a p. 21. 16 G. Contini, Dagli "Ossi" alle "Occasioni" (1938), in Id., Una lunga fedeltà. Scritti su Eugenio Montale, Torino, Einaudi, 1974, pp. 17-45. 17 S. Solmi, "Le Occasioni" di Montale (1940), in Id., Scrittori negli anni, cit., pp. 192-201, a p. 200. 18 Per un inquadramento diacronico rinvio a U. Carpi, Contributo per Montale critico, in Id., Montale dopo il fascismo dalla "Bufera" a "Satura", Padova, Liviana, 1971, pp. 191-232. Sul v�rsante più analitico dei «contatti tra la prosa critica di Montale e certa prosa critica che quel Montale ha tenuto presente» fin verso il '30, cioè quella di Cecchi, l'ottimo lavoro di G. Lonardi, Montale da Cecchi a Svevo, in Id., Il Vecchio e il Giovane e altri studi su Montale, Bologna, Zanichelli, 1980, pp. 1-32. 19 Stile e tradizione, in Autodafé, Milano, il Saggiatore, 1966, pp. 15-19, a p. 18. 20 Lonardi, Montale da Cecchi a Svevo, cit., p. 30. 21 Quando nel 1969 Montale, in occasione dei settant'anni dell'amico, parla di Sergio Salmi uomo e poeta (Sulla poesia, Milano, Mondadori, 1976, pp. 342-44) si riferisce a un'esperienza che ha condiviso: «Sergio Solmi che alcuni repertori d'intento informativo indicano come un crociano di non stretta osservanza (né poteva esserlo un amico di Gobetti) non ha mai accettato o rifiutato in toto le conclusioni dello storicismo in cui è nato e cresciuto, ma si è sempre tenuto alla larga da ogni tentazione categoriale. Non ha mai dimenticato che l'arte in quanto oggetto formato è anche un fatto fisico, materiale. Non si è mai chiesto che cosa sia l'arte, ma dove essa appaia e con quali tratti specifici». 22 Presentazione di Italo Svevo (1926), in Carteggio Svevo-Montale, cit., pp. 83-87, a p. 85. 23 E. Bove, Armand, in traduzione e a cura di C.A. Bonadies, Genova, Marietti. 24 Jaloux, «L'Ambrosiano», 7 marzo 1927, testo riportato in parte da F. Contorbia, Aggiunte per Montale critico, «La Rassegna della letteratura italiana», n. 2-3, maggio-dicembre 1970, pp. 417-438, alle pp. 433-434. 2 5 Recensione a Amants, heureux amants, «Il Baretti», n. 6-7, aprile 1925. 26 Nel libro Bellessort si occupa a lungo del danese Jens Peter Jacobsen, cui il «Convegno» aveva dedicato nel 1926 (n. 5-6, maggio-giugno) un numero doppio, che segna l'inizio della ricezione italiana. 27 Recensione a R. Palmarocchi, Letteraturafrancese contemporanea, «L'Ambrosiano», 5 luglio 1927. 28 «Pan», n. 5, 1 maggio 1935. Molto shakespeariano e montaliano l'accenno a something rich and strange, dalla Tempesta al mottetto del ramarro, col suo finale metapoetico: «e poi? Luce di lampo// invano può mutarvi in alcunché/ di ricco e strano. Altro era il tuo stampo». 29 The Function of Criticism (1923), in Selected Essays, London, Faber and Faber, 1932 (cito dall'ediz. 1961, p. 30). 30 Selected Essays, cit., pp. 13-22. 198

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