Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

Montale 1927 e la critica non osservante II revival crociano di questi ultimi anni riflette forse un bisogno di razionalità sistematica dopo tanto pensiero debole e decostruzionismo, ma non convince chi ponga mente al suo impatto e ali'azione autoritaria esercitata, a tacer d'altro in sede estetica, fin dal primo trentennio del secolo. Personalmente ho letto con gioia l'articolo di Umberto Eco sul numero di ottobre della «Rivista dei libri» in margine alla riproposta Adelphi dell'Estetica come scienza dell'espressione e linguistica generale, a cura di Giuseppe Calasso (1990). A prescindere dall'impossibilità di seguire Croce nell'equazione tra estetica e linguistica generale, dopo decenni di teorie linguistiche, mi pare chiarificatrice la postilla di Eco sul circolo vizioso che il mutuo rinvio tra definizione di arte e definizione di intuizione pura crea nel1' Estetica crociana, dove non si elabora né una teoria dell'interpretazione né un'analisi delle condizioni per cui una forma possa dirsi tale. In particolare mi par azzeccata, nella sua durezza, la seguente affermazione concernente l' orizzonte d'attesa al momento della prima edizione (1902) e in occasione delle varie ristampe: «Non si può evitar di pensare che molti lettori di Croce siano stati estasiati di sentir eleggere a categorie critiche le deboli interiezioni 179

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