Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

hol lavora questa tessitura sovrapponendo la pittura alla fotografia, impregnando l'immagine mediatica di forme pittoriche, modificando il modo di manifestarsi dell'aura. Sta in equilibrio sulla corda tesa, al limite in cui l'oggetto può ribaltarsi dalla parte dell'immagine mediatica. C'è sempre il pericolo che il movimento di contagio tra le immagini possa prosciugare tutto il terreno «emotivo» dove prendono vita. Allora, niente più segregazione di forme, niente più traduzione, niente più linguaggio artistico - l'emozione, la materia stessa del contagio, è scomparsa. Tutto tende a diventare immagine - l'atmosfera, ambito di contaminazione, smette di essere apertura verso un orizzonte transformale ma si integra come elemento interno di una forma visibile. Ogni tipo di combinazione, innesto, protesi di immagini si proietta immediatamente su una qualsiasi immagine di quel tipo, purché essa contamini in modo violento, virulento: la sua logica d'attrazione e di induzione si giustifica nell'immediatezza della propria forza. Oppure, al contrario, si giustifica con l'atonia, con il vuoto dell'inter-immagine, quando l'energia si smorza, quando l'atmosfera, diventata immagine contaminata, non si presenta altro che come ricordo perduto di un referente: è dunque la sua debolezza che ne costituisce, perversamente, la sua forza. ]osé Gil Traduzione di Milli Graffi 177

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