Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

mento delle cose, ma ilpuro movimento di elementi imagetici o imagenetici, che al contrario, cercano di diventare immagine dentro allo spazio della coscienza - come i ritmi, le velocità, i vettori di flusso, le intensità della luce, i raddoppiamenti, le torsioni, le rotazioni spaziali. Dentro alla coscienza, tutto diventa mobile, puro, senza contorni: la coscienza del dolore si trasforma in dolore della coscienza, nel momento stesso in cui un nocciolo duro e però indefinitamente aperto, si costituisce come emettitore d'energia induttrice delle linee melodiche. Tutta quanta la coscienza tende a diventare un fuoco-emittente di movimentiimmagini o piuttosto di movimenti della forma della sensazione che tendono a diventare immagini; è dentro a questo ambito - imagenetico, di desiderio d'immagine - che nasce il contagio, l'induzione, la contaminazione delle forme artistiche. 4. Come si è visto, la logica della contaminazione attraverso le immagini esige tutta un'altra concezione dell'immagine: bisogna trattarla come un materiale, considerarla nella sua genesi e nella sua formazione, e non prenderla già fatta cosl com'è, nel suo contenuto rappresentativo o simbolico. Perché il contagio delle forme procede per offuscazione, cattura e amalgama - vale a dire, sempre per fusione dentro a un ambito quasi informe, un ambito imagetico sensibile e invisibile: l'atmosfera. Ciò che si trova nell'atmosfera, o nello spazio sensibile della coscienza, appartiene a ciò che tradizionalmente si chiama l'immaginazione. Comunque, non si può dire che la sensazione-coscienza di un tramonto del sole - con la sua configurazione globale quasi-visibile, e l'annunciarsi delle sue linee melodiche - sia un'immagine nel senso tradizionale di immagine mentale o di ricordo: i tratti percettivi oggettivi hanno smesso di essere pregnanti, lasciando ai tratti affettivi-soggettivi, che sono quelli che tendono a farsi immagine, di anticipare qualunque rappresentazione 170

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