Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 70 - estate 1991

Tra le eccezioni di cui sopra va menzionato il già citato Lolli, che affronta specificamente il problema nel suo libro sulla dimostrazione, ipotizzando che un errore a livello di concezione psicologica possa avere delle conseguenze negative a livello teorico o didattico. Noi condividiamo questa ipotesi e indirettamente desidereremmo che queste note, oltre a centrare l'obiettivo principale di fare un po' di luce sulle ragioni dell'«angoscia matematica», contribuissero in qualchemisura a lottare contro l'analfabetismo matematico. B) Caratteristiche della matematica Come va che la matematica, essendo fondamentalmente un prodotto del pensiero umano indipendente dall'esperienza, spiega in modo così ammirevole le cose reali? (Albert Einstein, 1920) Si può iniziare a parlare di matematica quando si abbandona il semplice contare per ricercare un metodo abbreviato per ottenere il risultato di cui si richiede una dimostrazione di «correttezza»:«... la dimostrazione segna in genere il passaggio alla matematica vera e propria da una fase propedeutica di acquisizione di abilità e nozioni che si dicono matematiche ma che sono solo un prolungamento della padronanza fisica dell'ambiente esterno, e che servono a un controllo più efficiente dello stesso» (Lolli, p. 9). Per questo le difficoltà alle quali ci riferiamo sono relative agli argomenti insegnati nelle scuolemedie inferiori e superiori. Al di là dei livelli elementari, infatti, si manifestano specifiche difficoltà insite nel fatto che la matematica diventa un linguaggio autonomo, che conserva dei legami con quello naturale ma si pone come un linguaggio artificiale, il cui apprendimento non è sostenuto né 38

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