Il piccolo Hans - anno XVII - n. 65 - primavera 1990

creatività quasi onirica dello scienziato, perché la sua educazione platonico-cristiana lo spinge a dare risalto nel mondo a tutto ciò che è spiritualità, immaterialità, nullismo. Altrettanto indispensabile gli è però sostenere che lo spazio, il tempo ed il movimento sono reali, materiali, concreti, categorie che sono inserite ben dentro l'essere delle cose, insiemi di punti che si conservano anche quando fossero tolti via tutti gli oggetti. Gli è indispensabile perché lo spazio, il tempo ed il movimento sono, come si è visto, gli attributi della sostanza e, se essi si rivelassero delle chimere, finirebbe per trasformarsi in una chimera la stessa sostanza cui si riferiscono, perché lo spazio, il tempo ed il movimento uniforme che egli discute sono, come abbiamo accennato, il movimento uniforme che è il tempo, ed egli sa benissimo che senza «quel» movimento uniforme non si potrebbero calcolare neanche i movimenti difformi, e, quindi, verrebbe ad essere invalidata tutta la fisica meccanicista, perché la sua educazione platonico-cristiana lo spinge a credere che Dio non abbia creato soltanto dei puri spiriti, ma delle creature «complete», provviste di corpo e di anima. Così, in tutti i suoi lavori, egli riconosce che i differenziali, costruiti grazie ai processi cinematici in cui è coinvolto il fluire del tempo, sono «finzioni», ma aggiunge subito dopo che sono «finzioni utili», anzi di più, che sono «finzioni ben fondate»39 , così, egli scrive, sempre in tutte le sue opere, che lo spazio, il tempo, il movimento, e, persino, la forza, sono categorie relative che hanno in sé qualcosa di chimerico40 , ma si affretta subito a precisare che lo spazio ed il tempo, la forza ed il movimento, esisterebbero anche se non ci fosse in natura niente di regolare ed uniforme, ed è grazie a questo assunto platonico che si può capire donde derivino il movimento accelerato ed il movimento parabolico. Il primo proviene infatti dalla «metà» della velocità del moto uniforme che ha la stessa durata di tempo e velocità uguale a quella finale del moto accelerato, il secondo dal80

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