ma sono dentro il soggetto. La linea temporale, da linea mentale-ideale (simbolica), che raffigura una semplice relazione astratta di parentela, è diventata, infatti, una linea temporale reale e concreta (storica). Leibniz era perfettamente conscio di questa differenza,--.__ che costituisce uno dei capisaldi della sua distinzione tra proposizioni che rispettano le regole della teoria sui rapporti soggetto-predicato e proposizioni che non le rispettano, e ne discute, tra l'altro, in una lettera a Des Bosses, nei termini appena detti, citando, ad esempio di una relazione situata «nel tempo» ed interna ai soggetti, la relazione, «Davide è padre di Salomone»36 . Come si vede, per lui, non era assolutamente facile sbarazzarsi del tempo reale e del suo concreto, storico fluire, riducendolo ad un insieme di punti relativi e ad un prodotto delle umane fantasticherie. Ancora peggio va per Leibniz, tuttavia, quando egli si propone di dimostrare, mediante una terza argomentazione, come si forma nella mente degli uomini l'idea di «posto» e l'idea di «spazio» e che queste due idee sono mere «finzioni». Almeno stando a quello che dice la quinta lettera a Clarke, noi foggiamo arbitrariamente tali idee attraverso l'osservazione dei fenomeni di moto. Poiché i mobili, che si spostano da un luogo all'altro, lasciano a volte dietro di loro delle «tracce» sugli immobili, gli uomini sono portati a pensare, per «analogia» con queste tracce, che resti un qualche segno, anche quando l'immobile si è allontanato, e che, volendo, lo si potrebbe indicare. È questa «traccia» che ha dato, spiega Leibniz, all'immaginazione l'occasione di produrre l'idea di «posto» e di «spazio», ed è essa che fa sì che venga formata l'idea analoga allo spazio, in quanto raffigurata tramite una linea, di «tempo»37 • Ma, viene da chiedersi, le tracce di cui parla Leibniz sono davvero esclusivamente una creazione della fantasia individuale, o sono invece qualcosa di più sostanziale, e 78
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