Il piccolo Hans - anno XVII - n. 65 - primavera 1990

In questo messaggio della presidentessa, severo e leale quanto imprudente nel passare dall'intimazione alla supplica, all'offerta della virtù ragionante - una sincera amicizia-, Valmont legge un «progetto di resa» anche troppo facile, e che rifiuta, perché non comporta la piena consapevolezza e la risoluzione dichiarata di colei che si arrende. «In realtà,» dichiara alla Merteuil, «valgo ben poco se non valgo la pena di essere richiesto», e le spiega: Mi ha inviato or ora un progetto di resa. Tutta la sua lettera annuncia il desiderio di essere ingannata. È impossibile offrirne un mezzo più comodo e anche più usato. Vuole che io sia il suo amico. Ma io, che amo i metodi nuovi e difficili, non pretendo di averla a così buon mercato: e certo non mi sarei dato tanto da fare con lei per finire con una soluzione volgare. Eppure sembra che anche lui abbia già cominciato a tradirsi. Il suo piano è davvero «perverso»: Al contrario, il mio piano è che lei senta, che senta bene il valore e la portata di ciascuno dei sacrifici che mi farà; e non guidarla così in fretta che il rimorso non la possa seguire; e far spirare la sua virtù in una lenta agonia; e tenerla di continuo assorta a questo spettacolo desolante, e non accordarle la felicità di avermi tra le braccia, se non dopo averla costretta a non dissimulare più il desiderio. (LXX) Sappiamo che lo realizzerà fino in fondo; ma- dobbiamo finalmente dar credito alla perfidia della Merteuil - lo realizzerà amando, per una volta e nell'unico modo che conosce. Chiudiamo la nostra considerazione dei legami pericolosi davanti al gesto della Tourvel, che non dissimula più il suo desiderio e confessa alla signora di Rosemonde: 40

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