Il piccolo Hans - anno XVII - n. 65 - primavera 1990

letture Silenzio a più voci I recensori di Silenzi collettivi hanno lietamente avvertito che c'è in Klobas un uso straniante del materiale linguistico. Roberto Roversi su «Panorama» del 3 luglio '88 scrive che «le pagine di Klobas sembrano costellate di spilli (quasi per una terapia di agopuntura narrativa) che tendono nello stesso tempo a brillare e a ferire, a rassicurare e a fare ammutolire»; Cesare Segre sul «Corriere del Ticino» (8 ottobre '88) parla di «catena inesauribile d'invenzioni», «vilipendio del disegno sintattico», «lunghe serie coordinate tra le quali però non c'è affinità, ma contrasto o persino contraddizione», «gestualità anche verbale». Particolarmente interessante l'articolo di Alfredo Giuliani («la Repubblica», 11 maggio '88) che rileva la caratteristica di fondo del romanzo di Klobas; dopo aver fatto riferimento a Il piacere del testo di Barthes, in cui «la voglia matta di esentarsi dal senso, dalle richieste sociali e comunicative, accomuna il lettore e l'autore», la recensione conclude dicendo: «nessun altro scrittore della sua generazione ha letto con tanta e vorace devozione certi autori contemporanei italiani passati attraverso la neoavanguardia, e nessuno è riuscito a costruirsi uno stile 222

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