Il piccolo Hans - anno XVII - n. 65 - primavera 1990

Arnold Zweig vorrà scrivere per due volte due biografie psicologizzate, proprio come faceva Stefan Zweig, per Nietzsche e per Shakespeare, riuscendo tutte e due le volte, ma specie la prima, a creare in Freud, per il modo in cui presenta i suoi progetti, un evidente stato di allarme e di agitazione, che rimanda secondo me all'angoscia suscitata nell'analista dall'emergere del nucleo psicotico in un'analisi. Il tema del fratello è oscuro e in secondo piano, ma si rivela attraverso spie e indizi inequivocabili. Ad esempio è ben strano, se teniamo conto del vivissimo affetto e della profonda ammirazione, che A. Zweig manifesta sempre nei confronti di Freud, che egli gli invii gli auguri di compleanno per la prima volta il 4.5.32, cinque anni dopo che ha iniziato a scrivergli, e per di più spiegando: «Vedo che un mio vago presentimento era nel giusto, quando mi annunciava l'approssimarsi del Suo compleanno, anche se solo per la fine del mese. È invece il 6 (giorno in cui cade anche il compleanno di mio fratello) ...». L'amnesia come difesa è un meccanismo usato dall'apparato psichico di Zweig sia bambino (dimenticò l'intervento di tonsillectomia; inoltre Zweig parla di un'estesa «amnesia infantile» non superata, e Freud stesso vi fa riferimento, affermando che l'analisi di Zweig non deve essere stata veramente approfondita se tale amnesia sussiste [13.6.35]) e da adulto (ad esempio quando dimenticò di aver già letto per ben due volte, «nel 1911 e dopo la guerra», il saggio di Freud su Leonardo da Vinci15 , «date le connessioni col mio caso» [24.4.34]). Questa prima lettera di auguri di compleanno, dove il fratello si incrocia col «padre» Freud, incomincia con un «Caro signor e amico Freud», eccessivo avvicinamento, che non resterà, come vedremo, senza conseguenze. Un altro indizio, di quelli che dicevo, lo troviamo quando Zweig, in occasione della morte di Arthur Schnitzler, nella lettera 11.12.31, scrive:. 103

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