Il piccolo Hans - anno XVI - n. 62 - estate 1989

minacciano questa nave sull'onda del cui ritmo e profumo anche il poeta può viaggiare. Un vento forte e una marina nebbiosa sono il paesaggio che la musica convoca verso un'impetuosa allegoria. Esperienza di un attraversamento periglioso, sfida da capitano maledetto. Il wagnerismo baudelairiano è chiamato a comporre i pezzi dell'analogia tra la musica e il mare. Il naufragio è possibile in questo arrischiarsi all'aperto. Un naufragio senza redenzione: lontana è l'Erlesung del vascello fantasma. Se l'impeto cessa, e il fantasticare dimette le gonfie passioni da pieno orchestrale, e sopravviene la quiete, la superficie del mare è il grande specchio dove il poeta può scorgere la sua disperazione. Il sonetto La Musique, per il quale è più certa la derivazione dai versi de Le Calme di Sainte Beuve che la referenza wagneriana, si attesta sui registri estremi d'un artificio costruito a tinte forti sul1'eccesso. Ed è per questo che leggendo i versi soccorrono i noti passaggi dell'omaggio baudelairiano a Wagner, le immagini che corteggiano e commentano l'ascolto della sua musica. Ma la prima strofe, che subito definisce l'allegoria, ha il timbro col quale in Baudelaire la poesia stessa dispiega, ogni volta, la sua vela. 122 La musique souvent me prend comme une mer! Vers ma pale étoile, Sous un plafond de brume ou dans un vaste éther, Je mets à la voile. La musica come un mare m'invita! Verso la stella mia chiara Nelle brume o nella luce infinita Dispiego le vele nell'aria. Antonio Prete

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