Il piccolo Hans - anno XVI - n. 61 - primavera 1989

appartiene per l'appunto al passato e non al presente e come tale non riveste un carattere di coinvolgente attualità, di necessità storica a cui è impossibile sottrarsi - «ahimè questa è la musica d'oggi!» - bensì sconta l'estraniazione di un'epoca lontana che quindi non coinvolge, di cui si percepisce la distanza e della quale esiste già una pluralità di interpretazioni, di accoglienze o di rifiuti, fra i quali è possibile scegliere e che non occorre necessariamente subire. Con un termine ermeneutico desunto dalla teoria del diritto esiste cioè una pluralità di modi secondo i quali può realizzarsi una «concretizzazione» di un testo, di un'opera del passato: Spesso si devono regolare problemi giuridici per i quali la legge originariamente non ha dato alcuna soluzione, nei quali cioè si nota una carenza legislativa o si deve decidere tra norme giuridiche diverse, quando non addirittura in conflitto. Per risolvere il caso la legge stessa deve essere interpretata in maniera nuova, cioè deve essere concretizzato in considerazione del caso particolare un significato della norma giuridica che nella formulazione della legge non era ancora riconosciuto o prevedibile12 • Intendendo per concretizzazione «la riproduzione dell'opera nella coscienza di coloro per i quali l'artefatto diviene un oggetto estetico»13, la musica del passato ci si presenta oltre che come caso da concretizzare ogni volta che se ne affronta l'esecuzione, come un oggetto estetico la cui storia, le cui opposte interpretazioni e ricezioni lo avviciriano effettivamente ad un problema giuridico per il quale esiste una casistica contraddittoria. È sulla concretizzazione delle opere che sorge il disaccordo fra interpreti, studiosi, critici, pubblico. Quando un'interpretazione si propone all'ascolto, immediata166

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