Il piccolo Hans - anno XV - n. 58 - estate 1988

temente somatico, meccanicistico ed economico, e riguarda il mantenimento dell'omeostasi attraverso un bilanciamento tra pulsioni e soddisfacimento, su cui si basa l'equilibrio del funzionamento corporeo. Colpisce infatti, subito dopo, il tentativo di correlare l'angoscia a fattori che la ordinino, che sono, in un compromesso tutto freudiano, in parte costituzionali, quasi kretschmeriani (angoscia in individui deliberatamente astinenti, pudichi, pedantì) e in parte psicogeni (angoscia in uomini occasionalmente astinenti), ma sempre tali da soddisfare a questa prima schematizzazione metapsicologica che è la teoria della costanza, che si confonde, ora, con una teoria fisiologica. Tanto che il melancolico (che è anestetico) viene ad essere il contrappunto del fisico, somatico: «Dove v'è accumulo di tensione fisica... nevrosi d'angoscia. Dove v'è accumulo di tensione sessuale psichica... melancolia». In ogni caso il problema generale è questo: o si tratta di un eccitamento psichico che segue la via sbagliata che conduce direttamente al soma, o è una tensione fisica che non trova adeguate rappresentazioni psichiche e si mantiene esclusivamente nel canale fisico. In qualche modo si ritrova l'insufficienza costituzionale della mentalizzazione e della elaborazione mentale delle pulsioni. Nell'equilibrio tra strutture costituzionali delle pulsioni e maggiore o minore possibilità quantitativa della loro realizzazione, sta per Freud all'inizio l'elemento unitario delle diverse possibilità psicopatologiche. Una impostazione parallela di tipo nosologico, ma sempre con in mente un elemento unificatore, una nuova tavola di Mendelejeff della psichiatria che, individuando la legge centrale, permetta di sistemare tutto nelle giuste posizioni, è quella che si vede nella minuta Hl a Fliess del 1895, di cui qui riportiamo la tabella (Lettere a Fliess p. 136). 159

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