Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

mo con la cosa da mirare e l'attrezzo («pistolin e mazza»): «perché ero giusto al pistolino»; e c'è un effetto diffuso d'immedesimazione: «si arde la sete e la fame», «Ero scuro, si faceva tutto di notte ... Era tutta roccia»; come più di un segno ha l'istantaneità di quello che denota: della presenza, del movimento. Vien da pensare - Giuriati mi perdoni - che certe tecniche dell'avanguardia letteraria di quegli stessi anni cercavano effetti analoghi. Ma ogni lettera appartiene solo - come i morti nella terra «con le scarpe fuori» - a questo momento in prima linea, è reale e autentica solo in questo momento, vissuto come è scritto fino al balletto spettrale che Giuriati con i compagni sta facendo - senza chiamarlo così - sotto l'occhio dell'Hermada. Simultaneità della scrittura: una specie di tempo reale, per cui ogni cosa è detta al momento in cui c'è, e la lettera non conosce altro ordine e'gerarchia. Un morto, insalata, radicchi, qualche pannocchia. Si sono trovati così, in prigionia, una volta che si lavorava alla spazzatura: il morto e subito dopo le altre cose, e si dicono come si sono trovati, nell'ordine della spazzatura e in quello, ugualmente brutale, della fame, che non trascura certo di far nominare l'insalata e il resto. e là sotto le immondizie abbiamo trovato un soldato morto, poi strada facendo [ = continuando il lavoro] abbiamo trovato insalata, radicchi, qualche panocchia e così il giorno dietro l'abbiamo passato bene. Computi minuziosi Al mattino abbiamo visti 3 morti 5 feriti, 2 morti dal freddo e alcuni gelati dal freddo. Giuriati tiene un conto distinto anche delle violenze subite in prigionia: 58

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