Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

Fliess esaltasse lo spirito progressista prevalente a Berlino e in Germania». Un'opinione che Freud appare condividere se, dopo aver accennato (Lettera del 9 febbraio 1898) al «miserabile comportamento dei francesi», aggiungerà, dopo l'esito del nuovo processo contro Dreyfus, nella lettera dell'll settembre 1899 «Anche l'esito della vicenda in Francia ha contribuito a rattristarmi e ad amareggiarmi. Pieno riconoscimento per l'operato tedesco. Non c'è dubbio alcuno su quale piega prenderà il futuro»6. Questo atteggiamento di stima e di fiducia nei confronti della Germania sarebbe durato, in Freud, a lungo. Ancora nel 1930- riferisce Ernst Jones- avrebbe espresso all'ambasciatore americano a Berlino, Bullitt (con il quale avrebbe lavorato alla stesura del libro su Wilson), a proposito dei sintomi di ascesa del nazionalsocialismo, questa sua fiducia:«Una nazione che ha prodotto Goethe - avrebbe detto- non può andare in rovina»7 • Ma su questo torneremo. 2 -Nel vortice In I miei ricordi di Sigmund Freud l'«Uomo dei lupi» racconta di essere andato a trovare Freud- ad analisi appena terminata- il 29 giugno 1914, il giorno dopo l'assassinio dell'arciduca ereditario Francesco Ferdinando d'Austria a Serajevo. In quella occasione Freud lo aveva rassicurato, facendogli osservare che «se Franz Ferdinand fosse salito al trono, sicuramente avremmo avuto una guerra con la Russia»8 • Con qualche variante l'«Uomo dei lupi» riprende il racconto nelle sue Memorie, dove scrive: 106 L'indomani andai a salutare il professor Freud e naturalmente parlammo degli avvenimenti del giorno precedente. Allora nessuno immaginava

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