Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

"Comprendere l'incomprensibile" Tutto era così animato perché in relazione con la morte1 Robert Musil 1 -La guerra assente Nel ripercorrere gli scritti che Sigmund Freud dedica al tema della guerra, e le sparse notizie sui suoi atteggiamenti e le sue considerazioni personali allo scoppio della prima guerra mondiale, ciò che a prima vista non può non colpire è l'assenza, dal suo orizzonte - e da quello di molte tra le più eminenti personalità a lui contemporanee - della tematica e della problematica della guerra stessa, sino, appunto, all'estate del 1914, quando egli cioè, che aveva allora cinquantottanni, già aveva trascorso il più ampio tratto della sua vita pur longeva. Eppure, dal momento della sua nascita, l'anno stesso della conclusione della guerra di Crimea, non erano mancati, in Europa e nella stessa Austria i conflitti armati: da quello contro la Prussia e l'Italia nel 1866, alla guerra Franco-Prussiana del '70 (che - sappiamo - aveva appassionato il quattordicenne Freud)2, a quella nei vicini Balcani dei Serbi contro i Turchi: foriera, come si sa, del fatale 1914. Ma guerre, in ogni caso, qualunque ne fosse stata la portata «storica», che si erano tutte concluse rapidamente, e non avevano coinvolto se non poche decine di migliaia di soldati, in gran parte, per di più, «di mestiere», mentre, persino nel loro corso - se si eccettua l'episodio 104

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