Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

ci rammenta che al n° 18 nell'estate del 1779 anche Mo­ ·zart abitò in questa strada durante il suo terzo soggiorno a Vienna. Una strada, una casa, un trasloco, l'età di Melanie e la nostra curiosità e i suoi ricordi che stentano ad affiorare: «In quei pressi mia madre decise di aprire un piccolissimo negozio dove vendere piante, rettili, ecc. Io so che provava disgusto per quelle bestie e che è arrivata ad occuparsene solo attraverso la sua grande forza di volontà» [...] All'epoca (il lavorare) costituiva condurre una vita al di sotto del suo stato sociale di moglie di medico[...]. Mentre l'Autobiografia, in una cornice teorica che ci è familiare, prende corpo, il navigatore inesperto individua la stella polare. Omaggio alla madre «Ho già detto che era molto bella. Mia• madre aveva capelli neri, pelle chiara, polsi e caviglie sottili e gli occhi grigi espressivi», la descrive Melanie; poi continuandone il ritratto: «colta arguta interessante[...] aveva acquisito le sue infinite conoscenze leggendo da sola e, secondo me, discutendo con suo padre». Da sola aveva studiato pianoforte e imparato il francese. Noi sappiamo che Libuhsa Deutsch era figlia di un rabbino liberale e colto della città di Deutsch Kreutz. Conobbe, mentre era di passaggio a Vienna, Moriz Reizes, medico contro i desideri familiari che lo avrebbero voluto rabbino, autodidatta colto (conosceva dieci lingue europee), e dotato evidentemente di grande senso umanitario, tanto da spingersi fino in Polonia per curare i contadini affetti di colera. Ma quando Melanie nasce, il padre, del quale non porterà a celebrità il cognome, è ormai un uomo di cinquant'anni. «Mi ricordo di essere salita sulle sue ginocchia ma di essere stata respinta da lui. È un ricordo doloroso[...] 200

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