Il piccolo Hans - anno XIII - n. 51/52 - lug./dic. 1986

I sonetti «terribili» di G.M. Hopkins ...make words break from me here all alone Do you! - mother of being in me, heart. (4, strofa 18) Passiamo ora' all'analisi dei sonetti «terribili». Il rapporto di quest'ultimo periodo della produzione poetica di Hopkins con il primo è sintetizzato da Serpieri quando osserva che manca all'ultimo «la tensione estroversa», la ricerca di inscape del mondo naturale mentre si afferma una visione interiore dove «la mente si prefigura lo sfacelo finale della realtà tutta». Nella penombra di questo mondo spirituale al tramonto, gli oggetti naturali si sfumano e si confondono ... e si dà di conseguenza un forte uso di astratti, riscontrabile anche in «No worst» (41): si veda come in quel sonetto pur drammatico nessuna immagine presenti la precisione del dettaglio· della prima maniera (lo inscape grafico dell'oggetto); le immagini invece si affollano in una urgenza emotivi introversa che non ne .consente mai un rilievo assolutamente concreto e tende a connotarle come fantasmi, alquanto informi ma non per questo meno reali, della mente2 • L'«astratto» di cui parla Serpieri prevale laddove la mente, «la stanza delle torture» .è fatta oggetto di rappresentazione, ma anche in questo caso i termini del «paesaggio psicologico» sono continuamente marcati da elementi fortemente concreti, molto individuati: la roccia, l'animale feroce, la spada, la carne, le ossa, il sangue, l'inerte pasta, 9

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