Il piccolo Hans - anno XIII - n. 51/52 - lug./dic. 1986

NOTE ' Questo lavoro, a margine di uno studio più esteso sulle modalità della prima narrativa joyciana, prende spunto da una suggestione di Stefano Ag,,:·ti che rileva, in una nota al suo lavoro su Flaubert: «Novembre dovrà essere annoverato tra le "fonti" - e non soltanto tematiche - del Portrait of the Artisi as a Young Man di Joyce». (Agosti S., Tecniche della Rappresentazione Verbale in Flaubert, Il Saggiatore, Milano 1981, p. 84). La relazione tra i due testi suggerita da Agosti è stata tuttavia qui sviluppata privilegiando il versante joyciano, all'interno del quale si è analizzata l'inscrizione della voce flaubertiana. ' Si tratta per la verità di una delle tante significative «anticipazioni» critiche della narrativa joyciana. Essa rimanda alla fondamentale definizione della separazione dell'autore esterno al testo, considerabile nella sua fisicità, dall'autore implicito (Booth) o da l'«autre moi» (Proust). Per una esauriente rassegna dei luoghi critici e letterari nei quali compare più esplicitamente l'istanza di questa separazione rimandiamo a Marcello Pagnini, Pragmatica della Letteratura, Sellerio, Palermo 1980, pp. 20-26. ' La scena della «seabird girl» è, in sede critica, unanimamente riconosciuta come punto culminante, tappa della ricerca di Stephen Dedalus. Altrettanto accertato tuttavia è il carattere ritmicamente ripetitivo, quasi di ripresa sinfonica, della narrativa joyciana nel Portrait, particolarmente evidente nei luoghi della seduzione femminile. Sicché la configurazione simbolica della strana apparizione profana che sancisce la nascita dell'io estetico emerso dal «sudario dell'infanzia», si propone come paradigma della doppia articolazione narrativa del Portrait strutturata simultaneamente sull'asse della orizzontalità lineare biografica cronologicamente sequenziale e su quello della verticalità simbolica, di una sua concentrica ripetitività. Rimandiamo, per precise puntualizzazioni analitiche in merito alla scena della «seabird girl» considerata in questa prospettiva a: Steinberg Erwin, The Bird-Girl in a Portrait as Symbol: The Sacred assimilated to the Profane, in Joyce Quarterly Review, voi. 17, n. 2, 1980 Winter, p. 75, e a: Parrinder Patrik, James Joyce, Cambridge University Press, 1984, p. 75). Per quanto riguarda invece la natura strettamente linguistica e metalinguistica del percorso iniziatico verso il simbolismo di Stephen Dedalus e le caratteristiche strutturali e narratologiche del Portrait che rendono ragione di questa doppia prospettiva, cfr. in particolare Riquelme J.P., Teller and Tale in Joyce's Fiction, Oscillating Perspectives, Princeton 1983. ' Gli studi poststrutturalisti, decostruzionisti e di matrice lacaniana hanno enfatizzato la formazione impressionistica del ritratto joyciano e la ricerca della «insubstantial image» come, da un lato, 186

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