Il piccolo Hans - anno XIII - n. 51/52 - lug./dic. 1986

Lettera inaugurale/lettera postuma: la scrittura sacrificale L'enorme successo riportato dal «roman par lettre» durante tutto il Settecento entra in crisi immediatamente dopo la pubblicazione delle Liaisons dangereuses, e non sembra arbitrario pensare che la ragione di fondo sia da rintracciare nello svuotamento subito da questo genere letterario proprio per quel dispiegarsi di tutte le virtualità della lettera presente in Laclos. Il sistema delle lettere appariva come un agglomerato di vaste tele di ragno, insieme di strategie diverse,in cui si esaltavano le contraddizioni e le ambiguità. Se da una parte, infatti, la lettera mimando la presenza e facendosi strumento di contatto metonimico con il destinatario, tende con un movimento fitti_ zio a ridurre la dis�anza, in quanto si sostituisce con la propria materialità al corpo assente, dall'altra ha, invece, come suo presupposto l'attesa quale negazione di ogni movimento, l'assenza, ed istituisce così una relazione con un fantasma; è protetta dal segreto (un tempo era custodita da un sigillo), ma nello stesso tempo non consente rifugio: non ci si può nascondere ad una lettera; si pone come domanda, desiderio, presa di possesso (per cui l'interlocutore diventa ostaggio della scrittura) ed è però da sempre implicata nella negazione, nella morte: ogni lettera, infatti, è postuma, testamentaria, in quanto comporta la dissoluzione dell'evento che l'ha provocata, mi allontana da quell'io che l'ha scritta, dal mio discorso, e postula l'annientamento del mio interlocutore. 132

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