Il piccolo Hans - anno XII - n. 48 - ott./dic. 1985

Il diavolo e la lettera mancante Il diavolo è Belfagor, la creatura del Machiavelli', e propriamente arcidiavolo, «ma per lo adietro, avanti che cadessi di cielo, arcangelo». La lettera, nel suo testo, manca proprio a lui, alla sua sorte, e nel mancare decide l'impresa in cui s'è messo, «male volentieri» e per «lo imperio di Plutone», venendo nel mondo «sotto forma di uomo», con danari, con cavalli e compagn1 «di sua masnade» e col nome di Roderigo di Castiglia, per prender moglie. Non si può dire esattamente - ed è logico - quale sia questa lettera mancante: al testo che non la pronuncia non è dato saperla. Si può però congetturarne il senso e la funzione al punto giusto, lì dove un meccanismo di ricorrenze letterali suscita tempestivamente un'aspettativa plausibile, che viene subito smentita. Ovvio che a quel punto il testo dice altro e non ha lacune di sorta: ma la previsione provocata e smentita lì, e quella disgiunzione di probabilità, che è senz'altro «interessante»2 , fa parte della sua strategia, ed è come un passaggio strutturale, superato il quale il resto, quello che viene dopo e conclude il racconto del Machiavelli, si legge come l'effetto (catastrofico) di un atto mancato, che certamente s·arebbe stato introdotto (vale a dire avrebbe principiato) con un tuttavia, un pure, un nondimanco. Ecco la lettera mancata, ignorata dal testo: si può scegliere tra queste, o tra congiunzioni avversative affini, che appartengano al lessico del Machiavelli; una 34

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