Il piccolo Hans - anno XII - n. 47 - lug./set. 1985

de Martino) di capovolgimento della «melanconia del trascendimento che si svuota » in «mania del vuoto trascendere » 41 • Il volto clownesco, comicamente stridulo e in fondo amaro per quanto estatico e «féerique», dell'ultimo Baudelaire, oltre che riprendere un'inesausta tradizione occidentale (da Platone a Petrarca e oltre), affida durevolmente anche l'altro polo, l'altra maschera, non meno moderna e toccante, quella di un'intima drammaturgia gloriosa («Les rayons de l'art et la gioire du martyre») che, sulla scia di Poe, coinvolgerà Lautréamont e Nietzsche, Duchamp e Kafka. Senza citare il Nostro, è però forse a questo innominato che Bachtin fa storicamente riferimento nel tratteggiare i contorni dell'arte e del comico nell'età del moderno: secondo Bachtin, infatti, l'artista moderno allestisce un «carnevale interiore» 42, scopre un «infinito interiore» ormai lontano dal grottesco mediovale e rinascimentale, - tuttavia «liberatorio » ma non proprio «rigeneratore », - che potrebbe benissimo venir esemplificato da un brano·delle Nachtwachen des Bonaventura: «Non c'è al mondo mezzo più potente del riso per opporsi a tutte le avversità del mondo e della sorte! Davanti a questa maschera indietreggia qualsiasi nemico e la stessa tristezza sparisce davanti a me, se io oso de1iderla! » 43 • Il riacceso «entusiasmo» (la maschera della gioia) che l'opera d'arte conferisce all'uomo secondo Leopardi assume qui una variante che forse non era però estranea nemmeno al recanatese; al di là dell'humour e dell'ironia, la parodia, il dialogo e la contaminazione dei testi, la danza delle sillabe, il gioco della scrittura entrano di diritto nella forma breve e antilirica del nostro più prossimo «trionfatore » novecentesco. Giovanni Cacciavillani 86

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