Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

IV. Gli aspetti spaziali dell'aggressività Hermann ha affrontato in modo profondo la questione dell'aggressività. La storia ha reso attuale questa sua ricerca. Egli ha detto nel 1946: « Nelle mie ricerche di questi anni più recenti, non sono mai riuscito a dimenticare il. problema di capire che tipo di persona sia l'uomo brutale e assetato di sangue con cui è stato mio e vostro destino di imbatterci; e che è ancora il nostro sé» (8). a) Uno degli obiettivi del sadico è di ampliare il suo spazio a spese degli altri: « legare mani e piedi», « pressare la gente nel vagone», l'« estensione del potere», ecc. Secondo Hermann il sadismo mostra caratteristiche pseudosferiche (8). L'estensione dovuta ad un'aggressività si ritrova anche in modelli fisiologici. Ivan Fonagy scrive che, sotto l'influsso dell'ira, a causa del tumefarsi di certi organi, la glottide si restringe e la voce cambia (3). b) L'odio mira alla scomparsa, all'annichilazione del suo oggetto. L'espressione spaziale di questo fatto consiste nell'espellere dallo spazio gli oggetti tridimensionali, « ridurli allo stato di un piano o di un punto», « farli a pezzi». Le espressioni: « Ti schiaccio», « Ti appiattisco contro la parete», hanno un contenuto estremamente aggressivo. Una delle pazienti di Hermann, per esempio, fece un sogno nel quale l'oggetto della sua gelosia era magro. Nell'interpretazione di Hermann l'ag- · gressività della paziente glielo faceva apparire magro. Scrive, in un racconto, Kafka: « Avrei dovuto schiacciare da tempo l'avvocato contro il muro: è questo che sogno sempre». c) La via per rendere qualcuno piatto o puntiforme passa attraverso il rendere un corpo più piccolo. « Rimpicciolire» può avere un significato aggressivo. Un bambino, per esemp_io, vide il padre e la madre venire da 59

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