Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

Anche nelle opere d'arte. Per esempio nei quadri di Escher possiamo vedere il nastro di Moebius e altri spazi non euclidei (figg. 7-10). Hermann scrive: «Le opere d'arte ci convincono dell'esistenza, nel nostro inconscio, di antichi spazi e di antiche superfici topologiche. Sono le esigenze del sistema di misurazione che fanno ostacolo alla loro emergenza nel conscio. Ma l'immersione artistica riesce a richiamarli in vita nello spazio euclideo, esattamente come le tragedie che fanno affiorare alla superficie i contenuti dei conflitti inconsci, per esempio il conflitto edipico» (8). Possiamo trovare spazi non euclidei anche in casi patologici. Nelle tossicosi da mescalina, per esempio, le linee rette divengono curve, come se si guardasse in uno specchio sferico. Le persone appaiono deformate, come se le loro mani e i loro piedi fossero vicini alla lente di un apparecchio fotografico. Una stanza diventa grande, un corridoio profondo e gli oggetti lontani sembrano vicini. III. « La ricerca di congruenza » La «ricerca di congruenza» è uno dei più importanti metodi di Hermann. Per favorire la comprensione di un fenomeno psicologico possiamo esaminare un fenomeno di un campo del tutto diverso. Potrebbe esservi «similarità strutturale» tra i due fenomeni; alcune delle loro qualità importanti potrebbero corrispondere. Hermann si riferisce a un metodo, impiegato in matematica, e chiamato «assegnazione». Una nozione più astratta viene studiata esaminando un fenomeno più concreto, più dimostrativo.- Per esempio, una sequenza di punti su una linea può essere «assegnata» (paragonata) alla sequenza dei numeri naturali. L'«assegnazione» usata in matematica è un metodo chiaramente 57

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