Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

;gesti e di azioni che per gli animali, e antichissimamente .anche per l'uomo, avevano una funzione. Se la scrittura sovraintende alla fobia, con l'appa­ _rizione del disegno il cavallo di Hans lascia il posto a una giraffa spiegazzata, un movimento nella carta ,corrisponde all'impennarsi del cavallo. E questo ci porta a Firenze. Qui troviamo per un .ìmportante tempo della sua vita un uomo famoso e la sua fobia. Aby Warburg ha avuto in vita degli allievi. Una di questi Gertrud Bing raccoglieva e teneva _gelosamente una gran quantità di materiale da destinarsi a una biografia del Maestro. Questa biografia da lei non fu mai scritta. Tuttavia tutti avevano la sensazione che senza una biografia Warburg sarebbe scomparso. La fobia ancora taciuta su Warburg passa nei suoi allievi. I pezzi di carta che la .Bing raccoglie sono inquietanti, non sono utilizzabili, .a Warburg non ci si può avvicinare. A lui si può avvicinare Gombrich e la fobia di Warburg passa grazie :a una continuamente affermata non-fobia di Gombrich. È in queste nuove carte che viene rappresentata ·quella carta che mossa all'improvviso suscita il riflesso -del cavallo che s'impenna. Come studiava Darwin, Warburg studiava Tito Vi­ _gnoli, filosofo positivista della fine dell'800 che parte _proprio da questo spunto, il foglio e il cavallo, il foglio bianco gettato davanti al cavallo, per costruire la sua teoria su questa sequenza: riflesso fobico - attribu­ .zione di cause - genesi del mito - passaggio alla .scienza. Sulla scia di un accessorio in movimento a Firenze Warburg si trova davanti alla Venere di Botticelli. Un ricciolo in movimento, un drappeggio agitato dal vento. Winckelmann e Lessing prima di lui avevano parlato <lel sereno equilibrio dell'arte antica. Per Warburg le ,cose non stanno così: il ritorno del mondo pagano 39

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