Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

cologiche sottili e personali, ma con il desiderio di determinare e di provare questo particolare piacere per il semplice fatto dell'esecuzione dei ;gesti e della loro accettazione. Colui che provoca il solletico mostra che il desiderio di provare piacere è sempre presente e svelabile, nelJ'altro, al di -sotto di ciò iehe appare ad un livello più supei:ficiale. Il risparmio implicito in questa forma di piacere potrebbe essere così un 1risparmio sul dispendio psichico che sarebbe necessario, nel caso di un raggiungimento dello stesso piacere, tenendo conto della presenza della rimozione, in qualche modo sempre presente nella realtà psichica. Occorre però aggiungere che Ferenczi, parlando del riso, lo ha anche considerato come una difesa contro il piacere 3 • <Da questo punto di vista il riso provocato dal solletico potrebbe forse essere stato pensato da Ferenczi come difensivo rispetto ad un piaoere per così ·dire ipiù pericoiloso. Questo modo di pensare di Ferenczi ci è apparso molto utile per quanto riguarda certe espressioni linguistiche come solleticare la vanità, solleticare l'orgoglio che sembrano indicare una · sollecita:znone, tramite certe parole, di ·sentimenti che, non sollecitati, dormirebbero all'interno del vanitoso, dell'orgoglioso etc. Il sub- della parola che nei vocabolari etimologici è detto indicare le zone preferenziali del solletico, potrebbe esser - e in qualche modo correlato aill'idea che la stimolazione del solletico va sotto, stimola sotto la superficie apparente. Che l'interpretazione data corrisponda a ciò che pen­ · Sava Ferenczi, ci sembra confermato dal fatto che laddove egli in •« Introiezione e transfert» del 1909 parla di un bambino dormiente nell'inconscio dell'adulto e ne porta a prova i sogni, gli atti mancati, i motti di spirito, commenta poi: 186 Nei recessi più remoti dell'anima siamo e restiamo appunto bambini per tutta la vita:

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