Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

Goethe morirono l'una dopo l'altra. Goethe potrebbe avere presagito questi avvenimenti e avere assunto perciò un particolare atteggiamento di fronte all'amore e alla morte. Vide il dolore della madre e desiderò di morire per essere amato da lei nella stessa misura delle sorelle defunte. Si verrebbe così a chiudere la catena aperta con la deduzione dell'erotismo della mano e dell'interpretazione freudiana del lancio dei piatti. Forse si deve aggiungere a ciò il non voler rinunciare all'amore per la sorella Cornelia - anche quando toccò a lei morire invece del fratellino o della sorellina 6 • Vogliamo infine porci una domanda, che non solle� viamo volentieri: come mai nei ricordi di gioventù di Goethe sono presenti i dati della psicogenesi del suo talento secondario proprio come nei ricordi di gioventù di Leonardo da Vinci (studiati da Freud) vi è un continuo riferimento all'erotismo orale? Leonardo fu anche poeta, ma artisticamente si distinse soprattutto nel campo delle arti figurative: perché dunque non si riferisce nei ricordi giovanili all'erotismo della mano e alla sua bellezza corporea: « eppure il suo corpo era di una giammai sufficientemente lodata bellezza» (Vasari, Vite)? Occorrono analisi realmente portate a termine per poter rispondere alla mia domanda; tuttavia sono possibili alcune affermazioni teoriche. Innanzi tutto crediamo che siano sempre presenti nell'artista i fondamenti del talento non rimosso ma sublimato, e che debbano essere ricondotti alla legge della simultaneità dell'artista. Ciò però dà luogo certamente a un senso di colpa, quali sono le esigenze dell'erotismo della mano nei disegnatori e nei pittori e dell'erotismo orale nei poeti. L'autobiografia non può mai diventare un'analisi, in grado di andare contro il senso di colpa. In secondo luogo è possibile che le persone dotate avvertano, in maniera oscura, i fondamenti del proprio talento: è una vecchia esperienza 161

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