Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

zione, non analogica ma strutturale, tra il secondo e il terzo livello, relazione già chiaramente elaborata nel pensiero freudiano, e ipotizzare un rapporto ugualmente strutturale tra il primo e il quarto livello, le cui caratteristiche sono da elaborare. È necessario, oltre a ciò, tener conto delle differenze che esistono tra considerare: 1) lo spazio come funzione strutturante dell'apparato psichico, 2) la strutturazione dello spazio nell'apparato psichico, 3) lo spazio come simbolo, o 4) la funzione concettuale dello spazio nelle teorie psicoanalitiche. Sceverare i livelli di trattamento del problema - senza trascurare i collegamenti tra i livelli, che si impongono per necessità logica e per i dati offerti dalla esperienza psicoanalitica - sembra essere, nel ragionare su un argomento come questo, che per la sua problematicità mette in questione la totalità del sapere psicoanalitico, una esigenza metodologica della massima importanza. Al fine di esemplificare questo punto, si può tentare di abbozzare un panorama succinto della riflessione freudiana sullo spazio e l'apparato psichico, senza per altro pretendere di offrire una trattazione esauriente. È stato menzionato prima il concetto di barriera o schermo protettivo che, presente già nel Progetto, conserva il suo valore nella teorizzazione di Al di là del principio di piacere. Poiché lo schermo è una caratteristica dell'apparato psichico, nello schema precedente Freud produce enunciati che appartengono al livello delle ipotesi sulla strutturazione dello spazio nell'apparato psichico (cioè 2). Successivamente, gli elementi di « realtà » raccolti dall'apparato potranno essere rielaborati come sistemi di idee astratte. Nello stesso indirizzo si muovono le idee espresse da Freud in L'Io e l'Es per quanto riguarda il ruolo dell'apparato P�C. Ma in quest'opera 101

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