Il piccolo Hans - anno VII - n.26 - aprile-giugno 1980

Effetti di reale nel testo flaubertiano Estrapolata da un lavoro più vasto su Flaubert da dare alle stampe, la comunicazione che ho presentato al conve­ gno ha mirato a completare, rovesciandola, la nozione avan­ zata da Barthes sul «realismo» in letteratura (sugli «effets de réel»: in «Communications», 11, 1968), nozione che si fondava, appunto, su un esempio dedotto da Flaubert. In quell'intervento Barthes postulava, quale responsabile di «ef­ fetti ' di reale», la presenza di elementi irrelati nel testo. Nel­ l'economia a medio o a lungo termine della rappresenta­ zione, l'elemento irrelato, in quanto non suscettibile di col­ locazione adeguata, crea una vera e propria falla, una lace­ razione nel tessuto del récit. Ebbene, se questa ipotesi di Barthes vale per il Flaubert tardo - il Flaubert ,seriale, ateleologico del Bouvard et Pé­ cuchet, anticipato parzialmente dai racconti Un coeur simple {da cui appunto Barthes trae la sua citazione e il suo esem­ pio) e Hérodias -, essa si rovescia nel suo contrario per il Flaubert delle grandi opere anteriori, da Madame Bovary all'Education sentimentale alla Légende de Saint Julien l'Ho­ spitalier, primo, in ordine alla stesura, dei racconti de.I trit­ tico. In questi testi, gli effetti di reale sono dovuti non tanto a una sottrazione di sens0 nei riguardi della rappresentazione quanto invece a un incremento della semanticità oltre i con­ fini presupposti dalla rappresentazione medesima, incremen­ to provocato dalla sovradeterminazione di tutti gli elementi testuali che la manifestano: da quelli molari (le strutture diegetiche portanti, le organizzazioni .tematiche · e attoriali, ecc.) a quelli molecolari (la frase, il periodo). Tale sovrade­ terminazione ,si avvale., in Flaubert, di un inesausto processo di relazione fra gli elementi, processo che si attua secondo tre distinte modalità: relazioni di identità nell'ambito di dif­ ferenze; relazioni di differenze e opposizioni all'interno di 89

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