Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979

. minute la crema e l'Illeggibile Roland Barthes ha il « tooco di Mida »: non solo .nel senso dirò così soggettivo di trasformare qualche _mimmo avvenimento quotidiano in segno cioè in inrter_ r ogazione; in pluralità (come nelle divagazioni ebdoma.darie 1 sul " < < Nouv,el Observateur ») o di fare derivare verso l'improbabile un'operazione altrimenti pietrificata nel . narcisismo proprio e altrui, foI1Se più altrui che pro· prio, come il colloquio di Cérisy impemiato sulla - sua persona; ma pure nel senso « oggettivo » della fiducia -degli editori ohe ormai qualsiasi frammento o hai-kai - bairthesiàno convochi pubblico (se è vero, non c'è che : rallegrarsene) . Difatti Seui!, dopo avere esibirto la pla­ quettina della Leçon -al Collège de Franoe, presenta ora ·in un volume non molto più spesso un composé degli ' in"f:erventi di Barthes su Sollers écrivain, dove si mani: fos t a al meg1io quella critique affectueuse r-ivendicata , dallo scrittore, del resto avatar di un processo mag: gioire, l'« .inscription déli.bérée et avouée d'un espace af·fectif dans... l'éorirure ». Così dopo la categoria o ru·brica del « plaisir », Barthes profferisce quella dell'« af­ fectiv:ité », entrambe poi sussumibili, forse, sotto l'« ero;tisme de la Phrase ». (Per inciso, il fascino e l'acutezza 203

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