Pensiero e Volontà - anno III - n. 11 - 1 luglio 1926

PENSIERO E VOI.ONTA' ...243 l)Ur le avranno, quella ragione, ·buon ·senso, seiÌtimenti. éc~. èhe -.Q.Qll, bastano a.g_lì ·altri ... É allora la conclusione è che, se_l'us,o della forza diventi necessario, essa la eserciti non un corpo .speciale o un potere superiore, bensì tutta la collèttività, vale a dire tutti coloro ·-che ne hanno la capacità. Naturalmente l'eser~ cizio ,della forza non potrà esse.re . abban'donato \ .al caso _o al capriccio, bensì sarà organizzato « secondo certe norme stabilite », - _ma stabi- . lite direttamente dagli interessati in mocfo che· ciò non sia abdicazione e non si risolva nella. creazione di un centro generatore, ~ccumul~ tore e moltiplicatore di quei ·ma:li che si vole– vano impedire. Si possono fàre, ·certo, a questo punto, in– numerevoli obiezioni, le quali tutte si possono però compendiare in una sola: se gli uomini, tutti o in maggioranza,· non ·vorra;nno .essere l~b~ri, se al còmpimento volontario degli ele– mentari doveri della convivenza preferiranno il restare sfruttati ed oppressi, se all' organiz– zazione per mutuo consenso e su liberi patti preferiranno l'organizzazione coatta e imposta dall'alto 1 Allora... allor~ non vi sarà l' anar– chia, evident,emente ! e se gli anarchici non sa– ranno almeno .tanto numerosi da organizzarsi libertariamente da sè ed impo'rre alle maggio- 1·anz~ il rispetto della loro vita .collettiva au– tonoma, se non potranno realizzare neppure in Parte il proprio ideale - possili>ilità di cui io ho discusso altr-a volta - non avranno che da continuare la propaganda e la lotta per con..: quistare quel minimo di cond.izìori.i morali e· materiali necessario a qualsiasi esperimento o realizzazione. Merlino ci parla di una « democrazia da. f~ ·re » ; ma quale 1 Non certo, io penso, d'una che lasci in piedi l'impalcatura capitalistica; chè · ahbiam visto. in un seéolo e mezzo di espe– rienze in tutto il mondo,essere una simile de– mocrazia. del tutto utopica, o illusione o truffa,; e sempre un circolo vizioso che prima o poi sbocéa .ineluttabilmente nella dittatura reazio– naria : Napoleone I o· Oavaignac, Napoleo– ne III o Thiers ... O'~. poi l'~ltra democrazia,, QuaJe la si vedeva dai rivoluzionari del_ 1848, cui 'innegiarono ai loro tempi anche Prou– dhon e De Paepe; i quali, senza ·curarsi del siiinificato etimologico e .non ancora disgustati. , come noi oggi, della parola, davano per mèta a Quella loro democrazia l' an-archia. 1 Mà allora tutto il nostro. dissenso sa.rebbA forse una_ questione- di parole 1 Me' ne viene i1 ·· - dubbio, qualche volta, quando leggo ..Merlino ... ·Pe:ç esemJio, a un certo punto, egli dice indi_f– ferèntemente: «govern~:nti o amminisJ ;rà-tu.ri ». Se per lui fosse la stessa cosa, e i gov:ernant1 o amministratori amministrassero doltanto, qué;tle anarchico mai contesterebbe la necessità d'una amministrazione in anarchia 7 anzi in ; ' anarchia d'una amministrazione ancora più oéulata e meglio organizzata che in qualsiasi altro regime? Merlino in vota - «pochi m~naatari, con· po-; .teri limitati, ristretti, revocabili, strumenti e non d-espoti» ecc. Sìam sempre lì! Niuno nega . la necessità, di ·deleghe di funzioni; ma se per «potere» s'intende quellQ privilegiato dell'uso della for.za , dovrei ripetere il già detto. Se «pochi man_datari» avran la forza materiale, mentre 'tutti gli altri ne sian privi, quelli la adoperera.nno per accrescer 1a e rafforzarsi al punto d'infischiarsi dei m~ndanti e di sbaraz. rarsi di tutti i sindacati o controlli creati per infre~arli~ Sarà questione di temp·o, e da stru– menti- diverra;nno · despoti, e lo saranno più o meno a second-a della minore o maggiore resi– .i;famza,che trove:cànno nel popolo. · Nella quale resistenza sono riposte tutte lr virtù che mi par che Merlino veda nella de~ • mocra-zia. La democraz:j_a cui egli . acce·nna, ~ sarà possibile, non potrà essere che una risul- tanti'\ transitoria degli sforzi libertari, in ra~ pqrto all'.intensità ·di questi sforzi e senza va– lore suo proprio. Ohè se fosse mèta determi– nata,. frutto delle ìllusioni democratiche, i' suoi conati autori,tari, comunque mascherati,. · a– vrebhero _ la. risultante antidemocratica della dittatura. -come pel passato. Di qui la-·necessità c~ la ·propaganda, la quale è uno dei n,ezzj di edl:lcazione del popolo, cerchi di educare questo popoÌo a volere la libertà, -- non ·la. de .. mocrazia che è sempre pù o meno antil.iberfa– ria e potrebbe ~empre tramutarsi in ti~annjde. E', come v_ede Merlin:o, 11na questi~ne di con• dotta pratica; e mi par che la concezione anar– chica -della rivoluzione -ne dia U:na risoluzione rea-listfoa e possibile p1ii di qualsiasi altra. pro. ·posta dalla gente che· si ~ant~ pratica e posi– tiva e ·non· esce dalla cerchia· delle soluzioni . ' i;tatali. . . ' Del resto lo stessò Merlino niette, come pre- messa. o condizione alla «demoèra.zia da fare.ii , ohe vi sia un «popolo forte di volont·à, libero nel pensiero e nell'azione, conscio, dei suoi in– teressi i>, che è la stessa condizione o premessa ,folla vitalità ·e durevolezza d'un regime sociale

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