Pensiero e Volontà - anno III - n. 11 - 1 luglio 1926

,· PENSIERO E VOLONTA' f - , . :d6 t P.. J. Proudhon (Contir_iuasionevedi nùm. 9 e 10 seconclu edizione) III. Se Proudhon fosse mo!'to il 24 febbraio 1848 la saa carriera sarebbe rimasta· senza spiega- · zione; i suoi libri non avrebbero forse :rice– vuto il loro vero senso se non per pochi letto– ri; io stesso che l'avevo intravisto a casa di Bergman di Strasburgo, nostro comune amico, e1'O lungi dal sospettare il loiro vero valore. I Quel suo· modo di discutere sempre sui confini dello sgarbo, quella compiacenza nel farsi più empio del bisogno, queile ·sue ribellioni artifi- . ciali contro le forme generaJmente adottate, quella sua passione di frammischiare la teolo~ gia all'economia e le teorie sulla grazia, sulla provvidenza a quelle sui prezzo di fabbrica e sul prezzo correntè, ·.sembr.avano stranezze, di– fetti da correggersi; taluni glielo dicevano a– pertamente e quasi tutti ìo accusavano: non indovinavano ancora che potesse trarne un avvenire. Il giornalismo approfittando dei suoi difetti gli opponeva. la cospirazione del silenzio cò'n sì meraviglioso accordo, che ognu.._ no poteYa dire di lui: non l'ho·· sentino nomi– nare, non lo conosco, i:gnosco e·iMn.' Ma il 24 febbraio come mai continuare i 1 silenzio col eentomila innominati che lo traggono in piaz– za, all~ barricate, nelle stamperie, nei clubs; 'la -sua voce• naturalmente tonante risveglia tutti gli echi, il suo tempo è giunto ed egli lo do- " minai. trappesi. _le antitesi con cui le moderava, non se: ne vedeva che l'effetto di scioglier lo da ogni sciocca solidarietà e in breve fu l'idolo della plebe, il Masianellò dei giornali, il" terrore dei borghesi; un' elezione supplementaria l'inviò all'assemblea, il fracasso della sua polemica raddoppiò, e al seguito della grande insurre~– zione di giugno, quando'. social'isti. e comunisti er~rno tutti sconfitti, il suo nome restò -l'unica bnpdiera dela democrazia. Chi vuol farsi una . idea delle ire, dei furori destati da Proudhon . ·1egga _nel M oniteu.r la seduta nella quale pr9: pose e sostenne un progetto di unica· imposta sulla rendita. · La sua teoria· poteva· essere emendata, la for_ma iperbolica ne rende-va inevitabile il ri– getto, e a.ccorderemo, se si vuole che M. Thiers incaricato di confutarlo avesse. ragione nè di ·ciò -si tratta·; ma. le iO:vettive, le ·interruzioni, le villanie dei suoi .colleghi appena si posso– no cred'ere, leggendole ~el resoconto· autentico.· L'uno 1~ accusava di brigantaggìo, l'altro di , .sedizione; M. Senard, ministro dell'interno, scendeva fino a chiamarlo uri vile; una con– grega di. mascàlzoni riunita per insultare un uomo che tranquillamente del resto continua.– va il suo dire, non avrebbe potuto dare 1 0 spet-. ta.colo di più ignobile aisennatèzza·; gli oratori a fo.rza di sdegni fini vano per rendersi a ~,,j, cenda impossibile la parola. L'ordine del gi.or , rio che respinse il proge•tto lo accusò di-viohTe odiosamente la morale pubblica e di disoao·ta.1 re la rivoluzione -di febbraio, e riunì 672 vòti contro l'unico voto di Gr~ppo. -. Il. 25 febbraio egli già scrive: « La repub– blica è posta sotto la tutela di alcuni uomini onesti e di millantatori di prima forza, ma dì una. rara Jncapacità.:. La rivoluzion-e ora· con.i.– pita potreFbe ben essere ·una mistificazione di 1 ::riL1. Voi sapete, caro _Maurizio, qual caso io faccia di queste miserie politiche che chiaman– si pomposamente·: diritti imprescrittibili del -popqlo, suffragio aniv.ersale, go:verno della' maggioranza, regime parlamenta.rio, ecc.. ecc.» Se tale· era l' Assernbiea s'indovina quale do: vesse essere i1 pubhl1c0. I giornali, la carica,, tura, il teatrç, ne façevano un mostx,:o.impossi-. Lilé, un bevitore di sangÙe un insensato col . ' tabarro ross0, il coltello nelle mani,. l'occhio truce, insomma. viveva in un'atmosfera sl avi, da ·dì cahm.nie,, che conversando nei luoghi pubblici i suoj amici la chiamavano Pé-jé dal~ Je sue jniziali, per evitare il suo nome; che su– bito ·destava la:. curiosità ·di uno scandalo. · Una polerriic~. sost.muta dai .giornali, sulle vertenze. de1 mòmento;. dì mezzo a infiniti· det– tagli che mutavano di valore da un giorno al~ Presto la Francia gli sembra un carnevale; · le elezioni lo fanno ridere; tutte le infermità · intelletuali, scrive egli, si presentano alla <;le– p~~azione e Si scaglia contro il governo prov– visorio accusandolo d'imbecill,ità, di terrori– smo;, d'inintelligenza assoluta della rivo]uzione •e col nuovo giornale del Rappresentante dd popolo s'inoltra in· mezzo alle intimazioni fu– ren.ti' che faccvansi da ogni lato, perchè fosse· ro immediatamente realizzate le 13peranze· da '34 anni deluse. Tutti intendevano_ le sue ag– gress10m, nessuno avvertiva le ris~rve, -i con- . l'altro, -non si lascia· facilmente compendiare. I fatti, le persone, i problemi, _il. soccorso dato ag]i amici, le repliche inflitte ai nemièi-,· i mi-. nistri denunziati, le vittime· colpite, tùtt~ do-,, vrebbe essere. ricostituito · cogli avvepimenti, settimana per settimana, se si volesse ~piegare come taluni articoli di 'Pé-jé fòss~ro tiràti for~ s0 a 100.000 sopie. E p.oi a che gioverebbe di sopere come Proudhqn fosse mi momento .con , . I

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